L’incubo in cui viviamo
Nel 1990 iniziai consapevolmente un incredibile viaggio alla scoperta di me stesso. Non avevo la minima idea riguardo a dove mi avrebbe condotto, ma decisi che lo avrei intrapreso comunque. Ne avevo abbastanza.
Questo «mondo» non aveva mai avuto senso per me: le ingiustizie, la stupidità, il modo in cui il sistema trasforma le persone in poco più che macchine, le quali operano attraverso un ciclo continuo di esperienze e comportamenti ripetitivi che ossessivamente ci ostiniamo a chiamare «vita».
Non siamo noi a vivere la vita – è la vita a viverci. Vi sono delle eccezioni, a cui appartengono molti che stanno leggendo questo scritto, ma la maggior parte della gente si fa dire cosa pensare, dove andare, cosa fare e come farlo. Non è così? Ebbene, da dove acquisite le «notizie» che vi portano a trarre conclusioni riguardo a voi stessi e al Pianeta? Chi decide a quale ora vi dovete alzare ogni mattina di ogni giorno lavorativo? Chi decide in quale posto dovete andare e qual è il vostro compito una volta arrivati a destinazione? Chi decide come dovete svolgerlo?
Se assomigliate alla stragrande maggioranza delle persone che attualmente popolano questo mondo illusorio, non siete affatto voi a prendere quelle decisioni; esse vi vengono imposte dal «sistema», la ragnatela del dominio e del controllo che impone la propria volontà sulla vostra vita. Voi attingete le vostre «informazioni» dai mezzi convenzionali che vi vendono le loro falsità quotidiane, in base alle quali decidete cosa pensare e cosa credere.
Siete costretti ad alzarvi ad una certa ora poiché dovete presentarvi a rapporto sul posto di lavoro e non potete essere in ritardo. Vi recate dove i vostri superiori vi dicono di recarvi e fate ciò che costoro vi dicono di fare. Se vi ribellate, vi licenziano, e se non venite pagati non potete permettervi una casa o cibo a sufficienza. E non si tratta solo di voi. Che dire della vostra famiglia e delle altre persone a vostro carico? Quali sarebbero le conseguenze per loro se non vi assoggettaste al sistema? Per far fronte a tutti questi bisogni e a queste responsabilità incombenti, dovete trascorrere ogni vostra giornata costantemente occupati a soddisfare altre persone.
A loro volta, anche quelli che comandano seguono servilmente le imposizioni di chi controlla loro e similmente essi non osano ribellarsi. Anche i superiori hanno dei capi. Prendete ad esempio un agricoltore che deve rifornire un supermercato di derrate alimentari; egli impartisce ordini ai braccianti suoi subalterni, e se questi non fanno ciò che dice, si ritrovano a spasso. Ma, allo stesso modo, anche lui deve fare ciò che il supermercato gli richiede, oppure perderà il contratto rischiando di trovarsi tagliato fuori dagli affari. Al livello successivo, quelli che gestiscono il supermercato devono rispondere agli azionisti, i quali includono a loro volta persone al servizio dei «propri» supervisori, e questi al servizio di altrettanti dirigenti.
Ecco come gira la ruota della dipendenza e dell’imposizione di potere. Lo schiavo di qualcuno è il padrone di qualcun altro; la pecorella di qualcuno è il pastore di qualcun altro. È questa la maniera in cui il mondo è strutturato di proposito. Il sistema esige che ognuno controlli qualcun altro, e ciò viene attuato in un miliardo di modi differenti. Quelle che noi chiamiamo «società libere» non sono altro che Gulag con nomi diversi. Non è il sistema ad essere al nostro servizio – siamo noi al suo. Siamo schiavi, e ci illudiamo di essere liberi, perché non vogliamo affrontare la realtà della nostra condizione.
Una sera ero ospite di un programma radiofonico americano, quando un ascoltatore chiamò e sostenne una tesi davvero azzeccata. Paragonò l’umanità ad un marito che sa che la moglie gli è infedele, ma che tenta disperatamente di convincersi che non è vero: quando lei torna a casa, l’affronta per indurla a dire dove è stata e con chi. L’uomo conosce la verità, ma confida disperatamente che le spiegazioni di sua moglie suonino abbastanza credibili da fargli continuare a illudersi che vada tutto bene. Piuttosto che accettare una verità spiacevole, egli preferirebbe ascoltare una bella menzogna.
Allo stesso modo, la maggior parte delle persone non vuole misurarsi con i complotti e la corruzione dei governi, e neppure chiedersi perché le nazioni, anche la propria, vadano in guerra contro civili indifesi. Quando i governi pronunciano le loro falsità, quando si scusano per la loro assurda condotta, la maggior parte della gente è pronta ad accettare quanto dicono perché «vuole» credere che quelle menzogne siano la verità. L’alternativa consiste nell’affrontare il fatto che il governo non è un benevolo servitore del popolo, ma esattamente l’opposto.
Affrontare la realtà è sapere che le forze che controllano gli Stati Uniti sono capaci di orchestrare gli orrori dell’11 settembre e accusare qualcun altro; oltre ad avere la sfacciataggine di partecipare ai riti funebri per le vittime, pur sapendo di aver concorso alla loro uccisione. Quante persone sarebbero sufficientemente forti da affrontare una cosa del genere e ciò che essa rappresenta per le loro esistenze? È questa una delle ragioni basilari per cui le menzogne ufficiali hanno la meglio, e divengono delle verità comunemente accettate. L’alternativa è talmente impensabile, talmente intollerabile, da non poter essere presa in considerazione; così la maggior parte della gente non lo fa. Di conseguenza, facciamo finta di niente.
Lo stesso vale per la negazione collettiva che mettiamo in atto riguardo alle nostre esistenze: “Ho una casa grande e una grossa automobile; non è una vita favolosa?” Ebbene, la casa e l’auto saranno anche favolose, ma la «vita»?Quante persone stanno facendo ciò che vogliono veramente? Quante sono davvero felici, realizzate e in pace con se stesse? In verità, quasi nessuna. Non è forse proprio questa la condanna profonda e radicata inflittaci dall’alienazione mentale che chiamiamo «vita»?
I più fanno quello che pensano di «dover» fare, e ciò significa servire il sistema secondo le condizioni dello stesso. Perché confondiamo la «vita» con il mondo, così come esso viene comunemente sperimentato? Cos’ha a che vedere la vita col far saltare in aria dei bambini sotto gli occhi dei genitori, e genitori sotto gli occhi dei propri figli, e chiamarla «liberazione»?
Dove sta la vita nel doversi alzare ogni mattina alla stessa ora per starsene sempre in mezzo al solito traffico, o per fare la fila aspettando il solito treno, per recarsi a svolgere il solito lavoro che vi lascia annoiati, frustrati e insoddisfatti? Trovarsi al termine della giornata, di nuovo in mezzo allo stesso traffico e dopo aver fatto la stessa fila, prima che ve ne torniate a casa per guardare alla TV i soliti programmi serali, che vi trattano come foste dei ritardati mentali?
E ancora, dove sta la vita nel mandare i nostri figli in scuole e università ideate per buttarli fuori come rotelle di un ingranaggio? Ma preferiamo convincere noi stessi di avere un buon lavoro, un’ottima carriera, una vita soddisfacente, e di dare ai nostri figli una valida istruzione, piuttosto che affrontare l’orrore degli orrori, e cioè che l’esistenza, in realtà, è uno schifo. O meglio, uno schifo se paragonata a cosa potrebbe essere e a cosa ci piacerebbe che fosse. In verità, non si tratta per nulla di «vita». È un velo di lacrime nascoste da un’abbondante passata di auto-illusioni.
Noi giudichiamo la nostra «felicità» dal nostro grado di infelicità, e le nostre realizzazioni tramite i simboli e i fronzoli che il sistema ha decretato come elementi essenziali del successo. Il giorno in cui stavo scrivendo questo, lessi i risultati di uno studio sulla salute mentale ed emozionale dei «teenagers» in Gran Bretagna, sebbene la stessa cosa possa applicarsi a tutto il mondo industrializzato e computerizzato, e non solo. Lo studio: “Dinamiche del tempo nella salute mentale degli adolescenti”, pubblicato nel Journal of Child Psychology and Psychiatry, rivelava che il numero dei quindicenni sofferenti di ansia e depressione era aumentato del 70%, in meno di vent’anni.
Lo studio concludeva che una delle cause chiave di questo drammatico incremento del trauma emozionale negli adolescenti, era la spinta incalzante ad «avere successo». Per essere più precisi, si sarebbe dovuto aggiungere avere successo «secondo le condizioni del sistema». Lo studio affermava: “la costrizione ad avere successo negli studi e la prospettiva dell’indebitamento stanno contribuendo a diffondere l’infelicità”. In Gran Bretagna, grazie al governo attuale, quando escono dall’università, gli studenti affrontano una montagna di debiti a causa dei prestiti che hanno dovuto chiedere per pagare la propria istruzione (o quanto passa per tale). Debito, significa controllo da parte del sistema, ed è questa la vera ragione dei prestiti agli studenti. Lo studio metteva inoltre in evidenza lo squilibrio tra il tempo trascorso a scuola e quello dedicato allo svago, una cosa cui anch’io ho dato rilievo per anni.
La cosiddetta “istruzione” esiste allo scopo di programmare, indottrinare e inculcare un convincimento collettivo, in una realtà che ben si addica alla struttura di potere. Essa non apre la mente, la soffoca. Così si espresse Albert Einstein: “L’unica cosa che interferisce con il mio apprendimento è la mia istruzione; è quel che rimane dopo che si è dimenticato tutto quanto si è imparato a scuola”. Perché i genitori sono orgogliosi nel vedere che i loro figli conseguono degli attestati di «profitto», per aver detto al sistema esattamente quanto esso richiede di sentirsi dire? Triste a dirsi, molto spesso si crede che l’intelligenza e il passare degli esami siano la stessa cosa. Non sto dicendo che le persone non debbano perseguire la conoscenza ma, se qui stiamo parlando di libertà, dovremmo poterlo fare alle «nostre» condizioni, non a quelle del sistema stesso.
C’è anche da riflettere sul fatto che i politici, i funzionari del governo, e ancora, giornalisti, scienziati, dottori, avvocati, giudici, capitani d’industria e altri che amministrano o servono l’apparato, invariabilmente sono quelli che sono passati attraverso la stessa «macchina» creatrice di menti (per l’indottrinamento), l’università. In questo modo la maggior parte della gente si illude di essere libera, senza mai sperimentare per davvero questa teoria. Le persone sono paragonabili a mosche prese in una ragnatela e, a patto che non tentino di muoversi, riescono a convincersi che se volessero, potrebbero farlo. Il fatto è che, in quel momento, non vogliono farlo. Se tentassero, dovrebbero affrontare la realtà, e cioè quella di trovarsi tenacemente incollati al sistema di controllo di qualcun altro, il quale sta per vedersi servito il pasto che consiste proprio in «loro stessi». Le persone quindi seguitano a fare quello che la dittatura dei governi dice loro di fare, senza dubbi o contestazioni, perpetuando l’Illusione di essere libere di scegliere, pur non avendolo mai fatto. “Avere le ali appiccicate a questa ragnatela mi sta bene, perché sto scegliendo di non volare”.
Mentre lo stato globale “orwelliano” emerge rapidamente dall’oscurità, l’auto-inganno concernente un «mondo libero» sta diventando sempre più difficile da sostenere. Ma invece di guardare bene in faccia la propria condizione, i più non cercano di far altro che volgere ostinatamente lo sguardo nella direzione opposta. La maggior parte della gente fa in fretta a lamentarsi di quanto succede nella propria esistenza e più ampiamente nel mondo, tuttavia, quando si tratta di fare qualcosa al proposito, pare come impietrita. Assai meglio, sembra, evitare le personali responsabilità incolpando qualcun altro.
Il mondo è quello che è, perché abbiamo permesso a pochi di renderlo tale, e semplicemente puntare il dito contro quei pochi non è sufficiente. Siamo tutti coinvolti. Voltaire colse magistralmente questo punto quando disse: “Non uno dei fiocchi di neve che formano una valanga si è mai sentito responsabile”.
Sin da quando avevo sette o otto anni, questo mondo mi è sembrato folle e nel momento in cui ho iniziato a rendermi conto di ciò che sta dietro l’illusione, che noi chiamiamo «realtà», sono diventato come una porta aperta. Non c’era bisogno di spingere; stavo già ruotando sui miei cardini. Doveva esserci un motivo per cui il mondo era così assurdo e del perché così poche persone sembravano in grado di accorgersene o, almeno, di ammetterlo con se stesse.
La mia incredibile esperienza iniziata nel 1990 mi ha rivelato che in questa follia c’è sicuramente una ragione, una logica. La società è quella che è perché coloro che la controllano vogliono che sia così. È quanto si addice al loro programma per una dittatura globale. La straordinaria storia che sta dietro la facciata della vita quotidiana mi è stata rivelata per gradi, e questo libro rappresenta il passo successivo, un gigantesco salto dentro ad un regno ed a una realtà verso cui pochi sono disposti a dirigersi.
In “Cronache dalla Spirale del Tempo” ho esposto il modo in cui il mio viaggio è iniziato. In breve accadde questo: attraverso una medium mi venne rivelato che avrei ricevuto in dono quelle ricchezze spirituali che praticamente avrebbero permesso il sollevamento del velo illusorio che tiene in schiavitù il genere umano. Ella mi disse che la Conoscenza sarebbe stata instillata nella mia mente e in tempi successivi sarei stato guidato. E aggiunse: “Un solo uomo non può cambiare il mondo, ma un uomo può comunicare il messaggio che il mondo cambierà”. Molti altri sensitivi ripeterono la stessa cosa. Esistevano dei segreti da svelare, enormi segreti, ed io sarei stato condotto verso questa rivelazione e l’avrei poi comunicata al mondo intero.
Uno di essi aveva detto: “Non è necessario compiere un’ardua ricerca. La strada è già stata tracciata. Dovrai soltanto seguire gli indizi”. Allora la cosa sembrava stravagante, ma quanto si rivelò essere reale! Da quel momento in poi, la mia vita divenne un’esplosione di sincronismo e di «coincidenze». Sono stato condotto alla Conoscenza attraverso persone, libri ed esperienze personali in oltre 40 nazioni, e gli indizi sono stati disposti qua e là, non solo abbondantemente, ma anche nell’ordine giusto per poter essere assimilati con rapidità.
Sono stato guidato lungo un sentiero che ha avuto inizio con la comprensione della manipolazione in questo «mondo», la realtà che pensiamo essere qualcosa di «corporeo», e che in seguito mi ha condotto in altri regni che la compenetrano – ciò che gli scienziati definiscono “universi paralleli”. Durante gli anni ’90, grazie a guide invisibili e a «coincidenze» sincronizzate, iniziai a comprendere e a far conoscere il livello basato sui «cinque-sensi» di una cospirazione globale per il controllo dell’umanità, orchestrata attraverso una rete di società segrete e di famiglie tutte imparentate tra loro, conosciuta col nome diIlluminati.
Si tratta di famiglie che controllano i governi, il sistema bancario, le corporazioni transnazionali, gli accordi che riguardano i prezzi o la ripartizione dei mercati del petrolio e dei prodotti farmaceutici (i cosiddetti «cartelli»). E ancora, i mezzi di comunicazione di tutto il mondo, i servizi segreti, le forze di polizia, e persino quello che si insegna nelle scuole e nelle università. Tutti questi aspetti del contesto sociale, insieme a tanti altri, vengono controllati fondamentalmente dalle medesime famiglie di Illuminati, che perseguono lo stesso programma di tirannia globale. Il loro obiettivo è uno stato fascista centralizzato con a capo un governo e un esercito mondiali, una banca centrale, una valuta unica, a cui assoggettare una popolazione dotata di microchip, connessa a una rete computerizzata globale che ne abbia così il controllo. Quando per la prima volta lasciai intendere che era questo il piano, la gente si fece delle risate, ma adesso a sogghignare sono soltanto i disinformati e quelli che hanno una «forma mentis» rigida e materialistica. L’incubo orwelliano del “Grande Fratello” si sta manifestando poco a poco, giorno dopo giorno, specialmente da dopo l’11 settembre.
Ciò non sorprende nel momento in cui ci si rende conto che quegli attacchi furono organizzati dalla stessa forza che ora li utilizza come scusa per imporre il proprio programma fascista allo scopo di «salvarci» dal terrorismo. Possiamo accorgerci con chiarezza della centralizzazione del potere e della proprietà che sta avanzando rapidamente in tutti i settori della nostra esistenza, e che è conosciuta col nome di “globalizzazione”. Non si tratta soltanto delle grosse, avide corporazioni, come molti membri della “Sinistra” vorrebbero farci credere. Le corporazioni più in vista non sono lo scopo, ma dei mezzi verso lo scopo. Sono parte di un programma coordinato e ideato da molto tempo, per un controllo globale che prende di mira ogni espressione dell’umana esistenza.
In politica abbiamo super-stati come l’Unione Europea, e i suoi «specchi» emergenti: l’Unione Africana, laCooperazione Economica per l’Asia-Pacifico (APEC), e la Zona di Libero Scambio delle Americhe (FTAA). Tutte sono strutturate secondo determinate caratteristiche, in modo che sia possibile la graduale instaurazione di una strisciante dittatura; più il processo decisorio viene centralizzato, più potere i pochi avranno sui molti.
Il peggior incubo del dittatore è la diversità, poiché in questo modo egli non può controllare tutte le fasi di tale processo. L’uniformità e la centralizzazione sono indispensabili al Fascismo o al Comunismo, o a qualsivoglia sia il nome della vostra dittatura d’elezione. È così che assistiamo all’accentramento di ogni cosa, e ad una sempre maggiore velocità. Il governo mondiale è programmato per essere il coronamento di questa piramide di tirannia politica, e il ruolo dell’esercito planetario consiste nell’imporre le sue decisioni a quei paesi che vogliono auto-governarsi. È per tale ragione che le forze armate nazionali sono sempre più subordinate, oltre al fatto di costituirne una parte, ad organizzazioni come la NATO e le Nazioni Unite, nello svolgimento di operazioni per il mantenimento della pace.
È un esempio di ciò che io chiamo «Totalitarismo per Gradi» nel quale ci si sposta poco a poco verso un obiettivo a lungo meditato, invece di compiere colossali cambiamenti in una volta sola. Se i passi fossero troppo grandi, molte persone si accorgerebbero di cosa sta accadendo, e non andrebbe bene. La nostra ignoranza è la loro felicità.
In Europa, l’EEC o zona di «libero scambio» del Mercato Comune, è divenuto lo stato fascista centralizzato conosciuto col nome di Unione Europea, grazie allo stillicidio continuo di cambiamenti imposti attraverso il Totalitarismo per Gradi, e lo stesso sta verificandosi ovunque. Gli Illuminati manovrano i loro funzionari burocrati, uomini e donne, all’interno di posizioni-chiave nella politica, e la maggior parte di coloro che rimangono a far numero in ambito politico non è altro che una manica di ignari buoni a nulla.
La capacità intellettuale non è mai stata un attributo essenziale di un politico e spesso conduce verso una brutta carriera. Tim Collins, Membro Conservatore del Parlamento in Gran Bretagna, venne informato da un elettore dell’esistenza di particolari che riguardavano delle pecche nella versione ufficiale della vicenda dell’«aereo» che avrebbe colpito il Pentagono l’11 settembre. A Mister Collins venne offerta la possibilità di visionare la presentazione di un DVD che descriveva dettagliatamente questa prova, ma lui si rifiutò persino di dargli un’occhiata. Il fatto che persone come Tim Collins diventino dei politici può essere a sua volta considerata una spaventosa tragedia per coloro che essi dovrebbero rappresentare.
Quando si hanno dei Membri del Parlamento con una mentalità del genere – e Collins rappresenta la norma, non una rarità – la manipolazione del sistema politico diventa un gioco da ragazzi. La politica mi fa sempre venire in mente l’adagio di Albert Einstein che dice: “Non si possono risolvere i problemi con lo stesso livello d’intelligenza che li ha creati”. Il controllo delle attività bancarie e degli affari è già nelle mani di pochi ed è una tendenza continua. La moneta europea – l’Euro – fa parte del programma degli Illuminati che consiste nel rimpiazzare tutte le diverse valute con una sola divisa planetaria controllata dalla già pianificata Banca Centrale Mondiale.
Si riporta che Mayer Amschel Rothschild, fondatore della dinastia dei banchieri (Illuminati), abbia detto: “Datemi il controllo della moneta di una nazione e me ne infischio di chi fa le leggi”. Considerate ancora un grado più in là e avrete lo schema per una dittatura mondiale in cui gli Illuminati controllano la valuta unica e fanno le leggi. Le famiglie degli Illuminati si servono della rete di società segrete di loro appartenenza e di quelli che ne stanno a capo, i quali fungono da collegamento, o che hanno mansioni di mandatari e fattorini, per controllare tutte le banche più importanti e le corporazioni transnazionali.
Il mondo è controllato da una struttura di piramidi all’interno di altre piramidi, una dentro l’altra come le bambole russe. In cima a queste, specialmente quella più grande che racchiude tutte le altre, ci sono le famiglie degli Illuminati. Da lì essi manipolano e impongono il loro programma per la centralizzazione del potere globale direttamente attraverso la società. Attraverso le loro corporazioni transnazionali, essi controllano, tra le tante cose, i rifornimenti mondiali di petrolio, gas, elettricità e acqua, la produzione di farmaci e «medicine», nonché la produzione e la distribuzione dei generi alimentari.
Il loro sistema bancario controlla i governi, il commercio e le persone prestando denaro che non esiste e caricandolo di interessi. Ciò che noi chiamiamo denaro è soltanto un «debito» che viene fatto girare sotto forma di assegni, bonifici, fidi e persino «contante». Quando una banca concede un «credito», non presta un bel «niente». Semplicemente non fa altro che inserire al computer sul vostro conto il dato che attesta che la stessa ha accettato di farvi un «prestito» in cambio della vostra casa, del vostro lavoro o del terreno di vostra proprietà. Essa non crea denaro, crea un «debito» mediante i tasti di un programma e da quel momento dovrete ripagare il «denaro» virtuale che vi è stato «accreditato», più gli interessi! Se non lo fate, vi possono portare via ciò che possedete. I governi ottengono soldi in prestito allo stesso modo e i contribuenti diventano responsabili della «restituzione» alle banche di denaro inesistente, chiesto a loro nome dalle istituzioni governative, controllate dalle medesime forze proprietarie dei banchi di credito.
Un comunicato della famiglia Rothschild ai suoi associati di New York, datato 1863, riassume perfettamente la situazione: “I pochi che capiscono il sistema saranno ugualmente così interessati ai suoi profitti e dipendenti dai suoi favori, che non faranno mai opposizione. D’altro canto, invece, la grande massa delle persone, mentalmente incapace di comprendere gli enormi vantaggi… ne porterà il peso senza lamentarsi, e forse senza avere il sospetto che il sistema è il nemico dei suoi migliori interessi”.
L’intero apparato bancario si basa su una frode di proporzioni sbalorditive, tesa a controllare e a reprimere la gente. Non c’è nulla di sbagliato nell’avere un’unità di cambio e chiamarla denaro. Non è questo il punto. Il fatto è cheallorquando si hanno banche private, di proprietà di quegli stessi individui i quali creano il cambio dal nulla e lo caricano di interessi, ecco pronto tutto il necessario per una tirannia globale. È questo il risultato che abbiamo e che è stato istituito, poiché le famiglie che controllano le banche sono le medesime che sorvegliano anche quei politici, i quali promuovono le leggi del sistema bancario.
Chi è nuovo a tutto ciò potrebbe anche rimanerne sconcertato, ma alle banche è consentito prestare una cifra dieci volte superiore a quella del loro deposito. È quanto viene chiamato «Concessione creditizia sulle riserve proporzionali». Ogni volta che depositate in banca una sterlina o un dollaro, date a quella banca il diritto di concedere un prestito di dieci sterline o di dieci dollari, che in realtà essa non possiede. Molte persone pensano che le banche prestino i soldi dei depositanti, mentre non fanno altro che prestare aria fresca, cifre che esistono solo sullo schermo di un computer. L’ammontare degli interessi che le banche maturano attraverso questa frode è stupefacente. La manipolazione del denaro/sistema bancario è uno dei mezzi più efficaci della dittatura operata dalle famiglie degli Illuminati, e un esempio della portata dell’imbroglio perpetrato ai nostri danni.
Questa rete di banche e compagnie interconnesse, che fa capo agli Illuminati, usa la loro influenza (controllo) sui governi per distruggere le attività minori di tutti gli altri, in modo che, per sopravvivere, debbano dipendere dalle famiglie dell’Élite. Come mai i parlamenti approvano in continuazione leggi che rendono la vita sempre più facile e proficua alle grosse corporazioni, ma più difficile e dispendiosa alle piccole imprese? Ecco la risposta, una semplice equazione: dipendenza = controllo; diversità = libertà.
Anche nell’ambito dei «media», il potere su quello che leggiamo, vediamo e ascoltiamo si trova, allo stato attuale, nelle mani di un numero scandalosamente esiguo di persone. Può sembrare che ci sia un costante incremento nella «varietà» dei mezzi di comunicazione, con un numero sempre maggiore di canali televisivi, ma la quantità di coloro che li controllano e ne seguono la produzione continua a restringersi. Le radio «indipendenti» stanno rapidamente avendo la stessa sorte. E non è ancora finita, dato che il programma degli Illuminati esige il controllo totale, e nel mondo intero la regolamentazione della proprietà dei media è stata ridotta o respinta. Il concetto è quello di controllare l’informazione a un livello tale che la gente veda e ascolti soltanto quanto si confà alla dittatura degli Illuminati. È esattamente ciò che George Orwell previde nel suo libro, 1984.
Le corporazioni di rilievo come la General Electric controllano le reti delle emittenti televisive degli Stati Uniti, da cui la maggior parte degli americani trae le proprie «notizie». Essa è proprietaria di: NBC network, CNBC, MSNBS, Bravo, Mun2TV, Sci-Fi Channel, Trio, WNBC New York, KNBC Los Angeles… ecc. ecc. In più, quelli della General Electric posseggono gli Universal Studios, la NBC Universal Television Studio e la NBC Universal Television Distribution. Immaginate quanto tutto ciò dia loro il potere di inculcare una realtà contraffatta.
I magnati dei media come Rupert Murdoch sono a capo di aziende che controllano una marea di emittenti televisive e radiofoniche e di testate giornalistiche in tutto il mondo, insieme agli studi cinematografici della Twentieth Century Fox, a case editrici come la Harper Collins, e al sistema Internet Delphi.
Attraverso grandi gruppi come la GeneraI Electric, la Murdoch’s News Corporation, la Disney e la AOL-Time Warner, gli Illuminati controllano anche Hollywood e l’industria della musica. Potete anche vedere etichette discografiche «differenti» e «diversi» studi cinematografici, ma essenzialmente è la stessa organizzazione ad averne il dominio e a decidere cosa verrà o non verrà visto e ascoltato. Quindi il potere sui media è di vitale importanza al programma degli Illuminati. Si tratta di qualcosa di molto più ampio e assai più profondo del semplice fatto di dire menzogne e di nascondere la verità su ciò che accade nel mondo.
Se non ci fosse questa imposizione su quello che la gente guarda e ascolta in prevalenza, il resto della struttura di controllo andrebbe in fumo. Ecco un piccolo esempio di manipolazione dei media: una ex giornalista della BBC mi raccontò di quando le venne chiesto di andare per le strade con una cinepresa a registrare ciò che la gente pensava della Regina Madre al momento della sua morte, avvenuta nel 2002 a 101 anni. La cronista scoprì che il 99% delle persone da lei intervistate aveva detto di non apprezzare la Regina Madre e che non gliene importava nulla della sua morte. Data la sua integrità professionale, la giornalista riportò quanto era accaduto in totale verità, ma venne duramente censurata dai suoi superiori. La linea di condotta della BBC consisteva invece nel sostenere che la «Queen Mum» (davvero un gran brutto soggetto) era amata e ammirata dalla nazione.
Gli stessi principi si applicano ai servizi d’informazione su guerra, politica, affari, finanza, scienza e tutto il resto. La gente viene costantemente fuorviata da una combinazione di incompetenza, ignoranza e deliberati raggiri. Questo diventa particolarmente grave nel momento in cui essa accetta la versione ufficiale dei fatti dell’11 settembre e la storia pre-confezionata della “guerra al terrorismo”.
Poi ci sono i «microchip» e le telecamere di sorveglianza. Meritereste una laurea in auto-illusione se non vi foste accorti della monumentale espansione della tecnologia finalizzata al controllo, ovunque andiate. La scusa addotta è la risposta alle atrocità terroristiche orchestrate proprio dalle forze che stanno dietro all’introduzione dei microchip e della sorveglianza! È la tecnica che ho battezzato Problema-Reazione-Soluzione.
La prima fase è quella di creare un problema in forma segreta (come l’11 settembre). Nella seconda fase viene raccontata alla gente una storia falsa riguardo a chi l’ha causato e alle ragioni occulte esistenti dietro le quinte. La terza fase si attua quando la popolazione dice “bisogna fare qualcosa”, ed è allora che viene offerta la soluzione al problema creato artificiosamente.Come abbiamo visto dall’11 settembre, queste «soluzioni» anticipano il programma orwelliano.
La tecnica prevede di gettare le persone in una dimensione di paura, così che esse facciano affidamento sui loro leader perché le proteggano con nuove leggi, leggi adatte al progetto per l’asservimento dell’umanità. Nel 1957 il Dottor William Sargant, uno psichiatra del Tavistock Institute in Gran Bretagna, presieduto da Illuminati, scrisse nel suo libro “Baule for the Mind”: “Vari tipi di convincimenti possono essere innestati nella gente, dopo che le funzioni cerebrali siano state deliberatamente perturbate, inducendo accidentalmente o di proposito sensi di paura, rabbia o eccitazione”.
Tra gli effetti causati, il più comune è un temporaneo indebolimento nella capacità di giudizio ed una intensificata suggestionabilità. Queste manifestazioni vengono talvolta classificate con il termine «istinto del gregge». Esse compaiono nella loro espressione più spettacolare in tempi di guerra, nel corso di gravi epidemie, e similmente in tutti i periodi di pericolo collettivo, che incrementano l’ansia e di conseguenza l’influenzamento individuale e di massa.
Tratto dal 1° capitolo del libro di David Icke “L’Amore Infinito è l’Unica Verità, Tutto il Resto è Illusione”.
Rivisto da Fisicaquantistica.it
Fonte originaria: www.edicolaweb.net
Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it
Fonte secondaria: http://sebirblu.blogspot.it/2014/03/d-icke-chi-ancora-non-sa-in-che-incubo.html
Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it
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http://altrarealta.blogspot.it/
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