Lo schiaffo è una bomba che scoppia in faccia ...



Uno schiaffo sulla faccia, una sculacciata: quanti di noi quando non ne possono più, ricorrono alle mani per riportare la disciplina con i propri figli. Ma ogni volta che ricorriamo alle punizioni corporali per ristabilire l’ordine, facciamo un clamoroso autogol. Perché nostro figlio impara che la forza fisica risolve i problemi. E non va dimenticato che lo schiaffo lascia un segno non solo sul volto, ma anche sul cuore.
Per riflettere sul tema, vi propongo questa filastrocca tratta dal mio libro: Nella pancia del papà (Franco Angeli Editore). Ogni volta che mi è capitato di leggerla ad un bambino, gli si è illuminato il volto, come a dirmi: E’ vero, è proprio così.
Qualcuno anche mi ha chiesto di farla leggere ai suoi genitori.
Che cosa provate quando, non potendo fare altro, ricorrete alle punizioni corporali? E che ricordo avete delle sberle e delle sculacciata (e di tutte quelle cose lì, tipo battipanni, cinture, tirate di capelli) che avete ricevuto quando eravate bambini?

Lo schiaffo è una bomba che scoppia in faccia
Fa sì che un bambino per sempre taccia.
Fa male alla pelle ma ancor di più
Mi affoga nell’ansia e non vengo più su.
Se credi che per riuscire a calmarmi
Lo schiaffo ti serve e può fermarmi
Ti dico che invece uno schiaffo è una bomba
Che spinge noi bimbi a un silenzio di tomba.
Così non potremo mai più raccontare
Che cosa ci aveva fatto arrabbiare.
A volte un capriccio vuol farti capire
Che provo qualcosa che non riesco a dire.
Ho poche parole e molti pensieri
Per dirti che anch’io ho momenti neri.
Se provo paura, ho il cuore in subbuglio
A volte qualcosa ti dico e farfuglio
Ma spesso è più facile per un bambino
Star zitto e fare il birichino.
Lo so che non devo farti arrabbiare
Ma a volte non mi so proprio fermare.
Tu mettimi allora in castigo e se puoi
Non darmi mai schiaffi è il patto fra noi.

Ho pubblicato questo post, tre mesi fa circa. Oggi lo ripropongo, invitando noi tutti a riflettere su tutte le volte in cui l'uomo pensa di risolvere i suoi problemi usando la regola del "più forte". La violenza genera violenza. Anche quando è utilizzata a scopo educativo. Nessuna formazione del cuore, dello spirito, dell'anima potrà mai nascere da un atto di forza fisica. Ciò che ci rende davvero educatori è la forza del nostro cuore, non quella delle nostre mani. E' la com-petenza del genitore ciò che educa un figlio, non la sua potenza.
Se pensate che ci sia un adulto che ha bisogno di riflettere su queste parole condividete con lui questo post. E condividetelo anche se pensate che per coltivare la pace nel mondo bisogno partire dalle piccole cose e dalle piccole scelte che compiamo ogni giorno in famiglia e con le persone che ci vivono accanto. Non c'è pace del mondo se non c'è pace del cuore. 

Alberto Pellai

http://altrarealta.blogspot.it/

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