RIMBORSI A FINI : UN VERO SCHIFO
è un caso evidente per capire dove i costi della politica siano necessari per l’esercizio della democrazia, come rivendicano con orgoglio i parlamentari che ieri hanno approvato il bilancio della Camera che prevede 150 milioni di tagli in tre anni ai costi della politica, e dove invece quei costi siano solo ipocrisia beffarda verso i cittadini. Il caso è quello di Gianfranco Fini, presidente della Camera. Proprio lui avrebbe potuto mostrare il colpo d’ala in questi giorni in cui si discuteva il taglio delle spese della Camera dei deputati. E non l’ha fatto, pur avendo a disposizione quasi 100mila euro netti all’anno che i cittadini gli versano in modo quanto meno ingiustificato. Non si tratta dello stipendio, ma di rimborsi spesa per spese che Fini non ha. Intendiamoci, Fini non si comporta diversamente da tutti i suoi predecessori, né diversamente da decine di parlamentari che quei rimborsi ottengono senza spendere e senza giustificazione logica che li possa motivare. Ma il presidente della Camera è il capo della truppa, e da lì si pretenderebbe il buon esempio, che è arrivato ad esempio dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Non si tratta nemmeno di tagliare il suo stipendio, che pure è generoso.
Fior d’affitto - Ma almeno ci si sarebbe attesi da Fini il buon esempio della rinuncia volontaria dei rimborsi ottenuti per spese che lui non sostiene. Cominciamo dalla diaria. Oggi ammonta a 3.503,11 euro al mese perché in versione ridotta fino al 2013. Poi tornerà a salire di 500 euro al mese, a 4.003,11. Come lo stesso sito Internet della Camera dei deputati spiega la diaria “viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”. È comprensibile quindi che sia percepita da un deputato residente a Milano, a Palermo, a Venezia o a Bari. Eletto a Roma, ha bisogno per andare alle sedute parlamentari di affittare un appartamento, un residence o una stanza d’albergo per soggiornare nella capitale. Ma Fini, che a Roma vive, che spesa di soggiorno ha per andare in piazza Montecitorio? Quei 3.503 euro da lui percepiti rimborsano dunque una spesa che non sostiene. Sono una sorta di mutuo che gli italiani pagano a Elisabetta Tulliani, la proprietaria della casa dove Fini risiede con la famiglia. Che senso ha? Sono 40mila euro all’anno (quasi 50mila dal 2013), non una bazzecola. Ed è una non-spesa che gli italiani rimborsano non solo a Fini, ma a una cinquantina di deputati residenti a Roma e a qualche decina di senatori che si trova nella stessa identica condizione. Non era un bel segnale iniziare proprio da lì, da quella spesa ipocrita e ingiustificata, il taglio dei costi del palazzo che Fini per primo aveva invocato ma non praticato?
Taxi carissimi - E non sono i soli. Perché ai deputati (i senatori sono trattati perfino meglio), è concesso un rimborso spesa trimestrale di 3.323,70 euro. Circa 1.108 euro netti al mese, che per decine di migliaia di italiani vale uno stipendio. Quel rimborso è giustificato - lo dice sempre il sito Internet ufficiale della Camera - “per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio”. È una sorta di rimborso taxi...segue
Portaborse - Nel caso di Fini, come di tutti i presidenti della Camera, non è giustificato nemmeno un altro rimborso, quello di 3.690 euro per “le spese inerenti al rapporti fra eletti ed elettori”. È la cifra che si dà ai deputati per assumere collaboratori (un tempo chiamati portaborse) che li aiutino nell’ufficio. Il presidente della Camera ha diritto a collaboratori assunti e pagati direttamente dall’istituzione (Fini non paga di tasca sua nemmeno le due segretarie che si è portato dietro, né il portavoce). Quel rimborso, quasi 45 mila euro all’anno, per Fini è dunque ingiustificato.....segue
di Franco Bech
leggi articolo completo
http://www.libero-news.it/news/796198/Non-taglia-e-si-rimborsa-tanto-Fini-ci-deve-100mila-euro.html
bhe devo dire che i politici fanno veramente schifo al pari dei medici lupi famelici
che si arrichiscono alle nostre spalle e sempre ci raccontano che lavorano per noi, ci raccontano
che lavorano per il nostro bene, credo che questa gentaglia abbia bisogno di assaggiare
la rabbia della gente comune veramente stufa di essere presa per il culo, RIVOLUZIONE
mandiamoli tutti a casa dalla destra alla sinistra. IO voto movimento 5 stelle
Ivano Antar Raja
Fior d’affitto - Ma almeno ci si sarebbe attesi da Fini il buon esempio della rinuncia volontaria dei rimborsi ottenuti per spese che lui non sostiene. Cominciamo dalla diaria. Oggi ammonta a 3.503,11 euro al mese perché in versione ridotta fino al 2013. Poi tornerà a salire di 500 euro al mese, a 4.003,11. Come lo stesso sito Internet della Camera dei deputati spiega la diaria “viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”. È comprensibile quindi che sia percepita da un deputato residente a Milano, a Palermo, a Venezia o a Bari. Eletto a Roma, ha bisogno per andare alle sedute parlamentari di affittare un appartamento, un residence o una stanza d’albergo per soggiornare nella capitale. Ma Fini, che a Roma vive, che spesa di soggiorno ha per andare in piazza Montecitorio? Quei 3.503 euro da lui percepiti rimborsano dunque una spesa che non sostiene. Sono una sorta di mutuo che gli italiani pagano a Elisabetta Tulliani, la proprietaria della casa dove Fini risiede con la famiglia. Che senso ha? Sono 40mila euro all’anno (quasi 50mila dal 2013), non una bazzecola. Ed è una non-spesa che gli italiani rimborsano non solo a Fini, ma a una cinquantina di deputati residenti a Roma e a qualche decina di senatori che si trova nella stessa identica condizione. Non era un bel segnale iniziare proprio da lì, da quella spesa ipocrita e ingiustificata, il taglio dei costi del palazzo che Fini per primo aveva invocato ma non praticato?
Taxi carissimi - E non sono i soli. Perché ai deputati (i senatori sono trattati perfino meglio), è concesso un rimborso spesa trimestrale di 3.323,70 euro. Circa 1.108 euro netti al mese, che per decine di migliaia di italiani vale uno stipendio. Quel rimborso è giustificato - lo dice sempre il sito Internet ufficiale della Camera - “per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio”. È una sorta di rimborso taxi...segue
Portaborse - Nel caso di Fini, come di tutti i presidenti della Camera, non è giustificato nemmeno un altro rimborso, quello di 3.690 euro per “le spese inerenti al rapporti fra eletti ed elettori”. È la cifra che si dà ai deputati per assumere collaboratori (un tempo chiamati portaborse) che li aiutino nell’ufficio. Il presidente della Camera ha diritto a collaboratori assunti e pagati direttamente dall’istituzione (Fini non paga di tasca sua nemmeno le due segretarie che si è portato dietro, né il portavoce). Quel rimborso, quasi 45 mila euro all’anno, per Fini è dunque ingiustificato.....segue
di Franco Bech
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bhe devo dire che i politici fanno veramente schifo al pari dei medici lupi famelici
che si arrichiscono alle nostre spalle e sempre ci raccontano che lavorano per noi, ci raccontano
che lavorano per il nostro bene, credo che questa gentaglia abbia bisogno di assaggiare
la rabbia della gente comune veramente stufa di essere presa per il culo, RIVOLUZIONE
mandiamoli tutti a casa dalla destra alla sinistra. IO voto movimento 5 stelle
Ivano Antar Raja
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