SCANDALOSE COOPERATIVE DI LAVORO
......É infatti da anni che le vantate privatizzazioni ed esternalizzazioni di servizi pubblici avviate per risparmi di bilancio settoriali hanno incrementato in realtà la miseria sociale complessiva sopprimendo posti di lavoro regolari per sostituirli con forme di sfruttamento illecite, oltre che immorali, create e coperte in abuso palese del sistema cooperativistico.
Nell'ordinamento italiano la società cooperativa è quella costituita a scopo mutualistico, cioè per gestire in comune un'impresa che ha come scopo principale fornire ai propri soci beni, servizi od occasioni di lavoro a condizioni per essi più vantaggiose rispetto a quelle di mercato, cioè con risparmio di spesa o maggiore remunerazione.
L'apposito art. 45 della Costituzione italiana riconosce perciò la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata, stabilendo che la legge debba favorirla, promuoverla e controllarne la regolarità. E questo avviene con una vasta normativa specifica che garantisce alle cooperative in particolare agevolazioni fiscali e contrattuali. Si hanno così vari tipi di cooperative: dall'edilizia al credito, al consumo, all'assistenza sociale, al lavoro.
Il problema sorge con le cooperative di lavoro, che in buona parte finiscono per mascherare attività d'impresa speculative, fondate sulla partecipazione a gare d'appalto al maggiore ribasso e sull'assunzione conseguente di dipendenti come soci e con retribuzioni inferiori a quelle contrattuali ordinarie 'di mercato', e per lo più al di sotto della soglia di povertà. Vere e proprie macchine, insomma, di sfruttamento padronale illecito ed estremo del bisogno crescente di lavoro e della sua precarizzazione, che si autoalimentano a circolo chiuso creando miseria ulteriore.
Ma se è ovvio che gli sfruttatori si comportino come tali, e che gli sfruttati non siano in condizioni di reagire, è scandaloso ed inammissibile che di quest'abuso sistematico ed ipocrita si rendano complici attivi o passivi coloro che hanno invece il dovere morale ed istituzionale di contrastarlo. Per primi dunque gli enti pubblici appaltanti ed i politici che li amministrano, troppo spesso interessati a favorire e coltivare le pseudo-cooperative più vicine o riconoscenti ai propri partiti.
Se infatti gli amministratori di enti pubblici, che come tali sono anche pubblici ufficiali, si trovano costretti dalle privatizzazioni a ricorrere all'esternalizzazione di servizi, questo non li esime dal dovere morale e giuridico di verificare con cura e continuità la vera natura delle cooperative ingaggiate ed il fatto che rispettino o meno in concreto norme e diritti fondamentali del lavoro.
Paolo G. Parovel
articolo completo tratto da:la voce di trieste
Le cooperative di lavoro una scandalosa realtà di questi ultimi anni,c'è poco lavoro lo sappiamo e quel poco viene sostituito da cooperative di lavoro sia nel settore trasporti, settore case di riposo, settore pulizie ,assistenza domiciliare ect ,al giorno d'oggi se trovi lavoro quasi sicuramente è sotto una cooperativa ,lavori senza diritto alcuno, puoi essere licenziato da un giorno all'atro le ferie non sono pagate i contributi sono piu' bassi quindi vai in pensione 5 anni piu' tardi i sindacati niente hanno da dire a difesa di questi lavoratori? la legge non è uguale per tutti ?Non abbiamo tutti gli stessi diritti? No evidentemente no....ci vorrebbe un referendum per metterle fuorilegge...sti sfruttatori
Ivano Antar Raja
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