Abitare in un uovo galleggiante
Exbury Egg è la casa-uovo ecologica e galleggiante, esperimento abitativo di un artista inglese
C’è un uovo che galleggia sull’estuario delfiumeBeaulieu, precisamente ad Exbury, sud dell’Inghilterra. Non è un uovo di anatra né di cigno, ma un progetto a cavallo tra arte e design, unite dal fil rouge della sostenibilità: Exbury Eggè il visionario progetto di Stephen Turner, artista che abiterà questo ‘uovo’ e galleggerà placidamente sulle acque del fiume.
Exbury Egg è una capsula di legno, il cui progetto si è sviluppato grazie a Space Placemaking and Urban Design (SPUD Group), mentre il design è a cura di PAD Studio e Stephen Turner stesso. Un’esplorazione ai confini della sostenibilità, un progetto che nasce con lo scopo di riunire l’uomo e le sue forme espressive – quali arte e architettura – alla natura, in particolare alla flora e la fauna locali, e promuove uno stile di vita eco-friendly che verrà portato nelle scuole e alle università.
Ma veniamo ai dettagli. L’Exbury Egg si ispira ai nidi degli uccelli acquatici, ed è costruito in legno di cedro per quanto riguarda le pareti, e da un pino locale per la struttura: ‘l’uovo’ misura 6 metri di lunghezza e 2.8 di diametro, ed è stato edificato localmente dal costruttore di barche Paul Baker. L’architetto Wendy Perring spiega: “Il nostro intento era dar vita ad una struttura con il minimo impatto ambientale, dove vivere e lavorare, utilizzando materiali che richiedono poco apporto energetico, reperibili in un’area inferiore alle 20 miglia, assemblati da artigiani locali rifacendosi all’antica tradizione navale del luogo”.
DIOGENE, LA MINI CASA
La capsula è completamente autosufficiente: una serie di pannelli fotovoltaici immagazzinano energia in semplici batterie di automobili. La quantità di corrente sarà sufficiente ad utilizzare un pc o ricaricare il cellulare, garantendo un minimo contatto con il resto del mondo. Gli scarichi andranno invece a depositarsi in serbatoi che l’artista dovrà provvedere a svuotare in una fossa biologica locale, mentre l’acqua verrà portata giorno per giorno. Niente comfort insomma, ma il minimo indispensabile per soggiornare a strettissimo contatto con la natura. Stephen Turner vivrà all’interno di questo uovo galleggiante per dodici mesi, e nel frattempo lavorerà a progetti artistici che verranno esposti alla fine dell’avventura. Egli annoterà inoltre i cambiamenti che avverranno alla struttura stessa, esposta alle intemperie di quattro diverse stagioni e all’erosione dell’acqua semi-salata.
Exbury Egg è una capsula di legno, il cui progetto si è sviluppato grazie a Space Placemaking and Urban Design (SPUD Group), mentre il design è a cura di PAD Studio e Stephen Turner stesso. Un’esplorazione ai confini della sostenibilità, un progetto che nasce con lo scopo di riunire l’uomo e le sue forme espressive – quali arte e architettura – alla natura, in particolare alla flora e la fauna locali, e promuove uno stile di vita eco-friendly che verrà portato nelle scuole e alle università.
Ma veniamo ai dettagli. L’Exbury Egg si ispira ai nidi degli uccelli acquatici, ed è costruito in legno di cedro per quanto riguarda le pareti, e da un pino locale per la struttura: ‘l’uovo’ misura 6 metri di lunghezza e 2.8 di diametro, ed è stato edificato localmente dal costruttore di barche Paul Baker. L’architetto Wendy Perring spiega: “Il nostro intento era dar vita ad una struttura con il minimo impatto ambientale, dove vivere e lavorare, utilizzando materiali che richiedono poco apporto energetico, reperibili in un’area inferiore alle 20 miglia, assemblati da artigiani locali rifacendosi all’antica tradizione navale del luogo”.
DIOGENE, LA MINI CASA
La capsula è completamente autosufficiente: una serie di pannelli fotovoltaici immagazzinano energia in semplici batterie di automobili. La quantità di corrente sarà sufficiente ad utilizzare un pc o ricaricare il cellulare, garantendo un minimo contatto con il resto del mondo. Gli scarichi andranno invece a depositarsi in serbatoi che l’artista dovrà provvedere a svuotare in una fossa biologica locale, mentre l’acqua verrà portata giorno per giorno. Niente comfort insomma, ma il minimo indispensabile per soggiornare a strettissimo contatto con la natura. Stephen Turner vivrà all’interno di questo uovo galleggiante per dodici mesi, e nel frattempo lavorerà a progetti artistici che verranno esposti alla fine dell’avventura. Egli annoterà inoltre i cambiamenti che avverranno alla struttura stessa, esposta alle intemperie di quattro diverse stagioni e all’erosione dell’acqua semi-salata.
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