LA FAVO - LETTA
Come sempre fanno le istituzioni e quasi sempre la politica, nei loro discorsi a Rimini ieri (uno registrato, l’altro dal vivo), Napolitano e Letta, contro il loro stesso motto “parlate il linguaggio della verità”, hanno spiegato al popolo di CL la crisi e “come uscirne” in termini emotivi, soggettivi, infantili, fasulli. E il popolo di CL, impreparato e irrazionale, ha bevuto, ha applaudito, anzi è stato conquistato.
Analogamente, i discorsi di Napolitano e di Letta, in linea con Merkel, Barroso, Van Rompuy e i loro progetti, hanno taciuto al pubblico i meccanismi reali e tecnici che producono la presente incessante recessione economica. Meccanismi a livello globale e di Euro, ben noti a tutti gli economisti e ai giornalisti economici e a loro stessi, Napolitano e Letta. Meccanismi – ripeto – tecnici, che riguardano la moneta, il credito, la loro creazione, i difetti strutturali del Sistema Europeo delle Banche Centrali, gli sbilanci commerciali internazionali, la insostenibilità e non rimborsabilità dei debiti aggregati del mondo, la prospettiva di global meltdown, la deindustrializzazione e la fuga di capitali, aziende e lavoro qualificato da paesi come l’Italia.
Al posto dei meccanismi reali, tecnici, oggettivi, per distrarre la gente dalla comprensione della realtà, e per fornirle una spiegazione dei fatti in termini politicamente gestibili, i due hanno lanciato la solita profumata nube di concetti emotivi-soggettivi, di catch-words e parole ad effetto, per portare le menti del pubblico dal piano raazionale-empirico a quello irrazionale-emotivo: l’incontro, la solidarietà, i valori, i diritti, l’Europa, l’integrazione, il salmo ottavo, la centralità del cittadino, gli italiani ce la faranno – Letta non ne ha dubbi – perché hanno il culto del tempo, della terra, della bellezza, e i muretti a secco dei contadini sardi, costruiti anche per la bellezza (da decenni gli italiani hanno devastato e deturpato sia esteticamente che geologicamente il territorio, mentre lasciano crollare i monumenti – vedi Pompei). L’Europa deve aprirsi all’immigrazione giacché nacque essa stessa extracomunitaria perché il personaggio mitologico Europa, da cui il nostro continente prende il nome, era una principessa fenicia,
Ma siamo pazzi? Ma che serietà è questa? Ma quanto è intontito il pubblico? Un premier con queste tirate di fronte a 3,5 milioni di disoccupati, a un pil a – 2% e a un debito pubblico sempre crescente, andrebbe semplicemente accompagnato immediatamente alla porta, così come gli egiziani hanno recentemente scacciato Morsi (anche se Morsi, a differenza di Letta, era stato democraticamente eletto dal popolo).
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