mercoledì 18 marzo 2020

ITALIANI E RECLUSI A VITA, ASPETTANDO ALTRI VIRUS?

ITALIANI E RECLUSI A VITA, ASPETTANDO ALTRI VIRUS?

Si colpevolizza chi indugia nel portare a spasso il cane, dopo che si è lasciato che migliaia di persone lasciassero la Lombardia per dirigersi al Sud: secondo la logica della quarantena sono potenziali untori, e si lascia tuttora che queste ondate si muovano, senza che queste persone vengano prima sottoposte a un test. Ci viene proposta una retorica da “grande fratello” orwelliano, plaudendo ai pecoroni che si mettono a cantare, a comando, dai balconi. Abbiamo scoperto quanto è facile limitare la libertà e costringere i cittadini in casa: moltissimi italiani, festosi e scodinzolanti, hanno già introiettato la segregazione della quarantena. Ma se questa emergenza durerà altri mesi, o magari un anno, staremo tutti in casa in attesa di avere lumi su quando riprenderà la vita normale? E se in futuro dovessero arrivare 2-3 virus all’anno che facciamo, sospendiamo la nostra vita? Bella mutazione antropologica: reclusi in casa per sempre? E’ questo il futuro che ci attende? Nella Seconda Guerra Mondiale, chi entrò in guerra in nome della libertà e della democrazia, contro il totalitarismo hitleriano, mise nel conto milioni di morti. E adesso noi, senza colpo ferire, saremo privati della democrazia. Non si vota più: rinviate elezioni e referendum, fino alla scomparsa del coronavirus. E se dovesse presentarsi un virus all’anno? Democrazia kaputt?

Ci viene proposta una retorica da “grande fratello” orwelliano, plaudendo ai pecoroni che si mettono a cantare, a comando, dai balconi. Abbiamo scoperto quanto è facile limitare la libertà e costringere i cittadini in casa: moltissimi italiani, festosi e scodinzolanti, hanno già introiettato la segregazione della quarantena. Ma se questa emergenza durerà altri mesi, o magari un anno, staremo tutti in casa in attesa di avere lumi su quando riprenderà la vita normale? E se in futuro dovessero arrivare 2-3 virus all’anno che facciamo, sospendiamo la nostra vita? Bella mutazione antropologica: reclusi in casa per sempre? E’ questo il futuro che ci attende? Nella Seconda Guerra Mondiale, chi entrò in guerra in nome della libertà e della democrazia, contro il totalitarismo hitleriano, mise nel conto milioni di morti. E adesso noi, senza colpo ferire, saremo privati della democrazia. Non si vota più: rinviate elezioni e referendum, fino alla scomparsa del coronavirus. E se dovesse presentarsi un virus all’anno? Democrazia kaputt?

Quanto alla libertà, è già sospesa: siamo confinati. E qualcuno già invoca l’esercito, accanto alla polizia, a spiegarci quanto possiamo passeggiare col cane e fin dove possiamo spingerci a fare la spesa. I nostri nonni, dicevo, sono morti per preservare coronavirus supera lo schema neoliberista e rende attuale il ritorno a risposte rooseveltiane e keynesiane. Ma attenzione: per chi sognava società autoritarie e dispotiche, non liberali e non democratiche, il coronavirus è una manna dal cielo, visto il tipo di risposta che sta provocando.

Virus doloso o colposo? Dubito che ci sia una regia, nella diffusione epidemica, ma la cosa va comunque verificata. Cosa c’è a monte di questa storia? Penso a una serie di atti che si sono sovrapposti. Per ora non vedo una premeditazione univoca, in questa vicenda. Certo, vale la pena di indagare per capire se qualcuno, tirando il dado, non abbia visto lontano, sulle possibilità offerte dal coronavirus. Ma queste stesse possibilità non sono state predeterminate: non cadiamo nel determinismo complottistico. Dipende molto da noi, fino a che punto tollerare la restrizione della libertà. E comunque: possiamo escludere che qualcuno, per comprimere libertà e democrazia in nome della salute pubblica, si possa inventare ogni anno un virus anche più letale del coronavirus? Se non vogliamo che i virus diventino il pretesto per rinchiudere la gente dentro casa, una volta messe al riparo le categorie più esposte (gli over-70), dobbiamo affrontare il rischio, nello spirito della possibile immunità di gregge, accettando anche di mettere in gioco la vita (come fecero i nostri nonni). L’altermativa è quella di passare i prossimi 100 anni chiusi in casa, perché magari arriva un virus all’anno?

Io credo nella disobbedienza civile, ma oggi dico a tutti: obbediamo alla legge. E intanto vediamo dove questo ci porterà. Intanto esaminiamo i costi della quarantena, anche sanitari. C’è chi arriva a criminalizzare chi fa jogging, magari per motivi di salute. Domani vedremo quanti infarti, diabeti, suicidi e depressioni avremo. Tutti problemi che uccidono più del coronavirus. Benissimo, teniamoci la quarantena. Ma fino a quando? Voi ce la fate, a stare chiusi in casa per un anno, magari aspettando il prossimo virus l’anno seguente? E poi, naturalmente, c’è la catastrofe economica. Intanto, i primi 25 miliardi stanziati da Conte sono solo una mancia. Ogni giorno che passa, per molti, significa la prospettiva di non riaprire mai più la sua attività. Visto che verrà prolungata la quarantena e verrà distrutto un sistema di consumi e di produzioni, gli indennizzi dovranno essere cospicui. E bisognerà anche avere un piano di investimenti importanti, per restituire lavoro a tutte le categorie sociali.

Comunque, insisto: qualcuno utilizzerà questa crisi per comprimere libertà e democrazia, magari – secondo il modello cinese – assicurando prosperità economica. In un futuro scenario distopico, ci potrebbero dire: potrete tornare al supermercato, ma subendo grosse restrizioni. Temo le grandi idee subliminali, sottese all’emergenza. Quindi, attenzione: facciamo in modo di avere un New Deal pieno, e – come quello varato da Roosevelt – in un contesto di democrazia social-liberale. Restando al profilo sanitario del problema, noi oggi conteggiamo l’incidenza patologica del virus solo sulla base dei contagiati ufficiali. E i contagiati non ufficiali? Quando dovessero uscire di casa, che succederà? Quindi non facciamo più uscire di casa nessuno? Questa è una via senza uscita. Se tirano troppo la corda, alla lunga le persone si rivolteranno: come potranno restare in casa per un anno intero? Ecco perché dico che questo non è il momento di affacciarsi al balcone come cagnolini ammaestrati, di edificarsi dicendo “ce la faremo, Italia”. Questo è il momento di Gioele Magaldiincazzarsi, e di dire: ma come, voi non avete i posti letto per tutti, ci fate vedere le bare, ci mostrate le lacrime dei conduttori televisivi che si commuovono, e poi – quando vi chiedono gli strumenti per la terapia intensiva – non li avete?

Bisognerebbe elaborare il lutto, certo, e poi capire che cosa ci ha portato a questo. E dire: non potere tenerci imprigionati per sempre. Invece, la gente festeggia. E’ lo stesso stile, da Istituto Luce, che riempiva piazza Venezia per le adunate del Duce: a uno schioccar di dita, gli italiani – festanti – devono stringersi, tutti insieme, nel dire “ce la faremo”. Ma di che state parlando?! Portate semmai gli apparecchi medici in Lombardia, preparatevi per le emergenza in Puglia, in Sicilia, in Calabria, e state zitti. Evitate di fare troppi cori: un popolo sano, forte ed equilibrato, aspetta, prima di mettersi a fare i cori da stadio. Agli italiani sui balconi dico: non avete capito bene cosa ci sta attendendo. Succede sempre così, quando vengono meno libertà e democrazia. I cittadini vengono manipolati: li si rabbonisce con i cori da stadio, si mandano in onda le partite della nazionale di calcio. Ma non servono le false rassicirazioni: c’è bisogno di capire (seriamente) dove ti vuole portare, chi ti sta governando. Verranno tempi duri, per chi vuole preservare la democrazia e la libertà. Intanto, il 3 aprile beccatevi il rinnovo della quarantena. Tolleratelo, introiettatelo. Abituatevi, se vi fa piacere. E poi vediamo, dove ci portano.

(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Gioele Magaldi racconta”, su YouTube il 16 marzo 2020).

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