Il FALSO ha sostituito il VERO
“La società civile, scrive Hegel, è l’organizzazione finalizzata a soddisfare i bisogni dei singoli, assicurarne la libertà etica, e in essa raggiungere un equilibrio armonico…”
Nelle civili democrazie occidentali, esistono leggi, norme, regole, un fiume di ispettori, enti e organi di controllo, deputati al
compito di farle rispettare, previa le sanzioni del caso, e le condanne penali relative alla gravità dei comportamenti illeciti commessi. Tutti ì costi, relativi a una tale organizzazione, gravano sulla comunità.
C’è allora da chiedersi, come sia stato possibile che nell’arco di pochi decenni, le società moderne si siano trasformate in cloache maleodoranti e discariche tossiche (e loro effetti sulla salute), con la facilità e la velocità di chi ottempera ad un diritto naturale? Cosa ci sia di “civile” in tutto questo, non ci è dato sapere!
Centinaia di milioni di persone nel mondo, vivono alla soglia della miseria più nera, e altrettante muoiono causa mal nutrizione, malattie (vere e indotte) e per condizioni igienico/sanitarie inenarrabili, e impensabili in un mondo, che ha preteso il marchio di “società civile”. Nel frattempo la NASA sta buttando alle ortiche miliardi di dollari per un viaggetto su Marte: il pianeta rosso del tutto ostile ma assolutamente da colonizzare. I motivi ci sono oscuri! Cosa c’è di “civile” in tutto questo?
La contaminazione industriale, una tragedia che da decenni compromette in maniera irreversibile, le acque e il territorio, si ridurrebbe drasticamente se, in maniera esemplare, venissero colpiti e condannati tutti i responsabili di quella serie infinita di violazioni e abusi che caratterizzano la vita sociale, pubblica e politica degli stati, e che concorrono massicciamente a decretarne il loro declino economico e la deriva morale. Solo così, saremmo in grado di dare alla locuzione “società civile”, la sua (da troppo tempo contraffatta), più corretta interpretazione storica ed etimologica.
Nella moderna “civiltà dei consumi” (un ossimoro a tutto campo), la concezione di “progresso” si attesta in un’opera di ribaltamento di ogni preesistente scala di valori, parametro di riferimento, e di scardinamento dell’impianto etico. Dove la licenza è trasfigurata in libertà – la profanazione, in ricerca e conoscenza – il disastro ambientale, in effetto collaterale del progresso tecnologico – l’arido apprendimento nozionistico, in cultura – la mistificazione, in verità – la furbizia, in intelligenza – la tortura, in un diritto alla vita – le armi di distruzione di massa, in bombe intelligenti. La volgarità televisiva, si è fatta intrattenimento, e le merendine cancerogene per bambini, si afferma spudoratamente essere “fatte come quelle di una volta”. Le tragedie private messe in piazza, si attestano a diritto d’informazione – i danni causati dall’uso dei farmaci, a fisiologici e normali effetti collaterali – lo scempio dilagante, diventa arte moderna – le centrali nucleari, sono fonte di energia pulita e, il relativismo, assurge a paradigma di società civile. A una speciale schiavitù (risultato di un processo di, omologazione di massa), si é dato il nome di “democrazia”, e chiamato, realtà, quell’esercizio d’illusionismo mediatico, che manipola le menti. Il falso ha sostituito il vero – e la menzogna è traslata a regola relazionale – così impera e detta legge. La qualità è stata adulterata, e l’eccezione, omologata e massificata. E quando si afferma, “ il progresso sta arrivando anche qui”, in realtà si intende dire, che la distruzione e la morte sono oramai vicine. Cosa c’è di “civile” in tutto questo?
Il concetto di società civile trascende la politica e il riconoscimento dei diritti da parte delle istituzioni. La società civile, come la democrazia, più che essere un’aggregazione di popolo e di sudditi, deve essere aggregazione di cittadini, aggregazione di uomini. Un’organizzazione che fonda il suo riconoscimento sul diritto alla libertà, alla salute, e sull’accesso gratuito ai beni di sostentamento primario. E che solo a queste condizioni potrà onorarsi di accostare al sostantivo di “società”, l’aggettivo “civile”.
Prima c’era l’etica, e solo in seguito si materializzò la vita. Pertanto, in assenza di principi e scale di valori, non può esistere né stato sociale né stato di diritto, ergo, nessun concetto di società civile.
di Gianni Tirelli
Nelle civili democrazie occidentali, esistono leggi, norme, regole, un fiume di ispettori, enti e organi di controllo, deputati al
compito di farle rispettare, previa le sanzioni del caso, e le condanne penali relative alla gravità dei comportamenti illeciti commessi. Tutti ì costi, relativi a una tale organizzazione, gravano sulla comunità.
C’è allora da chiedersi, come sia stato possibile che nell’arco di pochi decenni, le società moderne si siano trasformate in cloache maleodoranti e discariche tossiche (e loro effetti sulla salute), con la facilità e la velocità di chi ottempera ad un diritto naturale? Cosa ci sia di “civile” in tutto questo, non ci è dato sapere!
Centinaia di milioni di persone nel mondo, vivono alla soglia della miseria più nera, e altrettante muoiono causa mal nutrizione, malattie (vere e indotte) e per condizioni igienico/sanitarie inenarrabili, e impensabili in un mondo, che ha preteso il marchio di “società civile”. Nel frattempo la NASA sta buttando alle ortiche miliardi di dollari per un viaggetto su Marte: il pianeta rosso del tutto ostile ma assolutamente da colonizzare. I motivi ci sono oscuri! Cosa c’è di “civile” in tutto questo?
La contaminazione industriale, una tragedia che da decenni compromette in maniera irreversibile, le acque e il territorio, si ridurrebbe drasticamente se, in maniera esemplare, venissero colpiti e condannati tutti i responsabili di quella serie infinita di violazioni e abusi che caratterizzano la vita sociale, pubblica e politica degli stati, e che concorrono massicciamente a decretarne il loro declino economico e la deriva morale. Solo così, saremmo in grado di dare alla locuzione “società civile”, la sua (da troppo tempo contraffatta), più corretta interpretazione storica ed etimologica.
Nella moderna “civiltà dei consumi” (un ossimoro a tutto campo), la concezione di “progresso” si attesta in un’opera di ribaltamento di ogni preesistente scala di valori, parametro di riferimento, e di scardinamento dell’impianto etico. Dove la licenza è trasfigurata in libertà – la profanazione, in ricerca e conoscenza – il disastro ambientale, in effetto collaterale del progresso tecnologico – l’arido apprendimento nozionistico, in cultura – la mistificazione, in verità – la furbizia, in intelligenza – la tortura, in un diritto alla vita – le armi di distruzione di massa, in bombe intelligenti. La volgarità televisiva, si è fatta intrattenimento, e le merendine cancerogene per bambini, si afferma spudoratamente essere “fatte come quelle di una volta”. Le tragedie private messe in piazza, si attestano a diritto d’informazione – i danni causati dall’uso dei farmaci, a fisiologici e normali effetti collaterali – lo scempio dilagante, diventa arte moderna – le centrali nucleari, sono fonte di energia pulita e, il relativismo, assurge a paradigma di società civile. A una speciale schiavitù (risultato di un processo di, omologazione di massa), si é dato il nome di “democrazia”, e chiamato, realtà, quell’esercizio d’illusionismo mediatico, che manipola le menti. Il falso ha sostituito il vero – e la menzogna è traslata a regola relazionale – così impera e detta legge. La qualità è stata adulterata, e l’eccezione, omologata e massificata. E quando si afferma, “ il progresso sta arrivando anche qui”, in realtà si intende dire, che la distruzione e la morte sono oramai vicine. Cosa c’è di “civile” in tutto questo?
Il concetto di società civile trascende la politica e il riconoscimento dei diritti da parte delle istituzioni. La società civile, come la democrazia, più che essere un’aggregazione di popolo e di sudditi, deve essere aggregazione di cittadini, aggregazione di uomini. Un’organizzazione che fonda il suo riconoscimento sul diritto alla libertà, alla salute, e sull’accesso gratuito ai beni di sostentamento primario. E che solo a queste condizioni potrà onorarsi di accostare al sostantivo di “società”, l’aggettivo “civile”.
Prima c’era l’etica, e solo in seguito si materializzò la vita. Pertanto, in assenza di principi e scale di valori, non può esistere né stato sociale né stato di diritto, ergo, nessun concetto di società civile.
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