MANDELA NON CE L’HA FATTA… PRIMA DI MORIRE
Ero in Sudafrica nei mesi della guerra civile precedente all’elezione di Mandela. Vidi l’orrore della guerra. Ma il peggio fu altro.
Fu quando io, unico giornalista italiano presente, mi trovai coi colleghi di tutta la stampa mondiale nel prato antistante la villa di Nelson Mandela ad attendere l’annuncio della mediazione che avrebbe dovuto portare alla fine della guerra civile fra l’ANC di Mandela e i Kwazulu di Chief Buthelezi. Una violenza che minacciava di distruggere un momento storico per tutto il pianeta.
Noi cronisti eravamo accucciati per non coprire le telecamere dei più grandi network del mondo, CNN, BBC, ABC, CBS, ecc.. Ci vedemmo comparire davanti lui, Madiba, Nelson Mandela, con alla sua sinistra Henry Kissinger. Kissinger parlò per primo. Al termine silenzio di ghiaccio di tutta la stampa del mondo. Io parlo, e gli dico: “Lei è un perditempo, il suo annuncio è una perdita di tempo”. Kissinger mi fissa con gli stessi occhi che firmarono la morte di 2 milioni di indonesiani dopo il 1965, e io mi sentii un ragazzo morto. Pazienza, pensai, è il mio mestiere.
Ma il grave era altro. Perché era lì? Kissinger. Uno dei peggiori sterminatori di massa, e di masse di ‘negri’, della storia moderna, secondo solo ai Nazisti come ferocia, e Nelson Mandela lo tollerava di fianco a sé. Fu lì che capii come l’eroe della resistenza sudafricana aveva concluso la sua parabola virtuosa nell’ultimo giorno di prigionia. Poi si era sfaldato. E infatti il Sudafrica è ancora oggi terra di Apartheid, non più quella legalizzata dagli Afrikaner, ma quella del Fondo Monetario Internazionale (FMI), quella dell’esplosione dell’indebitamento bancario (microcredito ai poveri indebitati e macroprofitti ai banchieri), è ancora l’Apartheid di un Paese dove la disoccupazione è più alta oggi che sotto il razzismo, dove si muore in media a 53 anni e che ancora agonizza, nonostante la sua immensa ricchezza, al 121esimo posto su 187 nazioni per sottosviluppo.
Neppure Mandela ce l’avrebbe fatta col FMI. Lo capii quel pomeriggio su quel prato. John Maynard Keynes era morto 48 anni prima, e alle sue idee non fu mai permesso di arrivare neppure all’orizzonte di Pretoria. Ma qualcuno s’immagina cosa sarebbe stata la storia dei neri sudafricani se Nelson e John Maynard si fossero trovati faccia a faccia in quella primavera del 1994?
Me ne andai dal Sudafrica con il magone. Lo stesso di oggi.
Paolo Barnard
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