IL CUORE DEL PROBLEMA
Mi ri-faccio un regalo: la conversione del piddino
Pierpaolo D'Arpa ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "E adesso, povero euro?":
Gentile Prof. Bagnai,
ho terminato di leggere da un paio di mesi il Suo libro e, da allora, seguo con attenzione questo interessante spazio di discussione. Vorrei ringraziarLa per il Suo meraviglioso "Il Tramonto dell'Euro": nella vita di una persona esistono dei libri, di varia e diversa natura, che possono modificare il modo in cui si guarda al mondo che ci circonda. Ebbene, il Suo è stato per me un libro importante: al termine della lettura non ero più lo stesso. Come da Lei stesso scritto, durante la lettura sono passato dall'iniziale scetticismo allo stupore, fino alla rabbia più feroce, anche per quella sgradevole sensazione (certezza dovrei dire) di essere stato preso in giro (io sono uno di quelli che voi chiamate "Piddini" dal momento che provengo da una famiglia comunista ed ho sempre votato a sinistra). Caro Professore, da quando ho finito il libro in realtà il mio stato d'animo più frequente è lo scoramento: ascolto la Tv, leggo i giornali e mi chiedo di che parlano, perchè non intervistano Lei ed i Suoi collaboratori, del perchè insomma ci si continui a parlare di minuzie (l'IMU, le pur spregevoli ruberie della politica, etc.) e non ci si concentri sul cuore del problema. Spero di sbagliarmi, qualche segnale incoraggiante c'é come il vedere gli oltre 6 milioni di contatti del Suo blog, ma tendo ad essere complessivamente pessimista. Davvero c'è forse da sperare nella Francia, ai cui cittadini non si potrà certo dire che è colpa loro, come da vent'anni fanno con noi...
Gentile Prof. Bagnai, La ringrazio ancora di cuore: posso fare ben poco per "sdebitarmi" con Lei, se non contribuire a diffondere il Suo meritorio lavoro facendo attiva opera di pubblicità al Suo libro ed al Suo blog. In famiglia il papà comunista è stato gentilmente "costretto" ad abbandonare Scalfari per leggere Bagnai e adesso è più arrabbiato di me, con mia madre e mia moglie non ce n'è bisogno: loro fanno la spesa al mercato e certe cose le avevano capite prima di me.
Grazie ed in bocca al lupo per il futuro.
Postato da Pierpaolo D'Arpa in Goofynomics alle 29 novembre 2013 19:57
(diamoci del tu. Anch'io ho votato comunista finché ho potuto. Mi hanno espropriato di questo diritto quegli stessi cialtroni che oggi fingono di essere "critici" verso il regime fascista col quale hanno collaborato, e che ci diffamano perché abbiamo smascherato - non io da solo, tutti noi - la loro profonda disonestà intellettuale, mossa da una concezione distorta della politica e dal lecito, ma un tantino gretto, perseguimento di interessi personali. Sì, insomma, quelli che "Bagnai la fa facile", quelli che "il populismo", quelli che "bisogna fare il movimento dal basso" (e che è? Una colite?), quelli che "Bagnai è leghista", quelli che "la setta di Bagnai", ecc. Non essere pessimista. La Storia non è un processo rettilineo. Come vedi, il lavoro che stiamo facendo sta dando i suoi frutti. Tu sei fra i tanti il più gradito: Ita gaudium erit in caelo super uno peccatore paenitentiam agente quam super nonaginta novem iustis, qui non indigent paenitentia - Luca, 15, 7. E a chi parla di Norimberga, d'altra parte, vorrei ricordare che Si iniquitates observaveris, Domine, Domine, quis sustinebit?)
|
Dopo quattro anni di recessione i testi sulla crisi non mancano. La maggior parte però propone ricette per salvare l'euro da se stesso, modificando le regole europee. Ne mancava uno che si ponesse il problema di salvare i cittadini dall'euro.
Sfondando la barriera dei luoghi comuni, questo libro illustra il legame fra l'euro e la disintegrazione economica e politica dell'Eurozona, descrive le modalità e le conseguenze pratiche di un eventuale percorso di uscita e, infine, indica la direzione lungo la quale riprendere - dopo l'infelice parentesi dell'unione monetaria - un reale percorso di integrazione culturale, sociale ed economica europea. Un altro euro non è possibile. La sua fine segnerà l'inizio di un'altra Europa, possibile e desiderabile.
«Se accettiamo questo metodo, non ci sono limiti a quello che ci potrà essere imposto. E l'unico modo per opporci è rifiutare l'euro, il segno più tangibile di questa politica e dei suoi fallimenti».
Commenti
Posta un commento