PRESIDI in tutta Italia. BLOCCHI in Piemonte e Veneto


Sciopero dei tir, presidi in tutta Italia. Blocchi in Piemonte e Veneto


Rallentamenti agli svincoli autostradali di Carisio (Novara), sulla Torino-Milano e sulla A4 all'altezza del casello di Soave in Provincia di Verona

Sciopero dei tir, presidi in tutta Italia. Blocchi in Piemonte e Veneto
Sciopero dei tir in tutto il Paese per la manifestazione “Fermiamo l’Italia“, organizzata dal movimento dei Forconi contro l’austerità e il governo Letta. Già dalla tarda serata di domenica erano sorti alcuni presidi dalla Sicilia al Veneto, mentre al momento sembrano scongiurati i blocchi stradali.
Ad eccezione di un rallentamento agli svincoli autostradali di Carisio (Novara), sulla Torino-Milano. Un volantinaggio con alcune decine di manifestanti è invece in corso in piazza Pitagora, nella zona sud di Torino. Anche qui non si registrano blocchi ma soltanto rallentamenti. I manifestanti occupano la sede stradale simbolicamente ogni cinque minuti per distribuire i volantini e poi lasciano libera la strada. Presidi senza alcun blocco si sono costituiti anche in piazza Derna, sempre a Torino, all’autoporto Pescarito di San Mauro Torinese e all’Interporto di Orbassano.
Sulla A4 all’altezza del casello di Soave in Provincia di Verona, il traffico è di fatto bloccato da una colonna di tir che avanza a rilento impedendo il passaggio di auto. 
A Torino momenti di tensione, quando intorno alle 8 e 30 in piazza Derna, un tir ha tentato di forzare un blocco dei manifestanti per immettersi nella piazza. Qualcuno ha preso a pugni il mezzo, che è riuscito ad avanzare grazie alle notevoli dimensioni. Sul posto è presente anche la Digos. In piazza Castello intanto almeno 300 persone si sono già radunate: in quel punto si riuniranno gli ambulanti. Nel capoluogo piemontese la maggior parte dei negozi e dei bar del centro e delle periferie è chiusa per la protesta indetta dal Coordinamento 9 dicembre. Vuoti i mercati e deserte le fermate dei taxiContinuano a confluire persone in piazza Castello, uno dei principali presidi in città. Davanti a Palazzo Reale ci sono bandiere tricolore e cartelli tra i quali “l’Italia migliore siamo noi: le persone normali siamo noi” e “politici, amministratori e sindacati ladri legalizzati”. Nella notte due persone sono state denunciate dopo aver bucato con un cacciavite la gomma di un’auto della polizia durante il presidio all’Interporto di Orbassano, nel torinese.
A Palermo, culla del movimento dei Forconi, sono stati organizzati due presidi (in via Ernesto Basile e in piazza Indipendenza) distribuendo volantini e rallentando provocando rallentamenti al traffico. Anche a Catania l’agitazione è stata confermata, ma non ci sarà nessun blocco. I Forconi sono presenti con due presidi: al casello di San Gregorio, luogo simbolo della protesta, e sull’autostrada A18, la Messina-Catania. Una delegazione di una decina di manifestanti ha trascorso la notte sul posto annunciando un volantinaggio. La zona è presidiata da ieri sera dalle forze dell’ordine. A Catania la Questura, su richiesta del movimento, ha autorizzato manifestazioni e incontri a piazza Università. (Fonte Il Fatto Quotidiano)

COMUNICATO 01 
Priverno Latina, 9 dicembre 2013
- IL POPOLO DICE BASTA -
A nome dei gruppi del coordinamento nazionale 9 dicembre 2013 , siamo a comunicarvi che la manifestazione indetta è la sintesi di tutti quei soprusi che il popolo italiano, nelle varie realtà produttive, sociali e di ogni ceto di appartenenza , sta subendo da tempo e ripetutamente da una classe politica, inefficiente, demagogica e irriverente, oramai disconosciuta  non solo con l’evidente rifiuto in massa da parte degli elettori  che non si recano alle urne ma anche dalla delegittimazione della Corte  Costituzionale che ha rilevato gravi anomalie nella legge elettorale denominata  “porcellum”.
Sintesi anche nel dire basta ai suicidi sempre più sottaciuti di tante, molte, troppe persone inermi, devastate nell’intimo e nella dignità da una serie di depravazioni messe in atto dal sistema burocratizzato e demenziale atto solo a punire: forte con i deboli ma debole con i poteri forti. Morti che gridano nella dignità di uomini soffocati giorno dopo giorno da angherie di ogni nefanda macchinazione tutelata da uno Stato orami privo di ogni buon senso civico alla tutela dei propri cittadini.
Sintesi come Equitalia anch’essa un tentacolo di una “piovra” sanguisuga che sta togliendo e impoverendo le vittime che si trovano ad esserne invischiate nel perverso meccanismo,  autorizzato ed ora,  anch’esso delegittimato dai  Tar di varie regioni, per anomalie procedurali.
Sintesi di un popolo che vuole riprendersi la sua sovranità nazionale e monetaria, svenduta e violentata al potere finanziario da una politica mercenaria affaristica e usuraia, che ha reso la nazione sempre più povera e appetibile al predominio di un “male” che ha come scopo finale, “goccia dopo goccia” la totalità allo schiavismo dei popoli, poiché i debiti creati nei e dai governi europei, di fatto, ricadono sulle vite attuali e future di tutti noi . L’Europa doveva essere una ricchezza per cultura, fratellanza e lavoro, mantenendo le proprie radici e tradizioni dei vari popoli, hanno invece deviato il concetto mettendoci gli uni contro gli altri per questioni unicamente dei loro personali interessi, vedi il disastro pianificato dell’euro moneta.
Pertanto queste sono i motivi base per questa grande manifestazione di tutto il popolo senza colori politici, sindacali e/o associazioni di categoria oramai obsoleti che rappresentano solo s’è stessi alla mangiatoia dell’ingordigia e della casta corrotta e clientelare, in ogni settore in ogni comparto.
Rappresentiamo quindi l’omogeneità di un territorio dal Nord al Sud isole comprese, di una nazione sino a qualche tempo fa, invidiata in tutto il mondo per capacità imprenditoriale, artigianale, di bellezza unica e per le sue eccellenze in tutti i settori dalla musica alla cultura dall’agricoltura alla tecnologia etc..defraudata da una classe dirigente parassitaria e ignorante nel concetto della politica come servizio al popolo (vergogna !!!)
Il Coordinamento Nazionale per la Comunicazione
Giovanni Zanon   Gaetano Montico

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