lunedì 19 marzo 2012

AMATO DA’ LEZIONI SU COME USCIRE DALLA CRISI. PRIMO: FARSI DARE UNA PENSIONE D’ORO

Giuliano Amato dunque oggi ci dà lezioni su come uscire dalla crisi (Raitre, ore 12.55). Benissimo: le ascolteremo con attenzione, come tutte le lunghe dissertazioni che in questi anni ci ha propinato sulla necessità di fare sacrifici. Però, come tutti i manuali di pedagogia insegnano, la migliore lezione è l’esempio. E Giuliano Amato l’esempio su come uscire dalla crisi ce l’ha dato con la sua vita: farsi dare numerosi incarichi pubblici ben pagati e due pensioni d’oro (22mila euro l’una, 9mila l’altra) per un totale di 31mila euro al mese. Voi capite, no? La crisi è presto sconfitta se uno ha una pensione da 31mila euro al mese. Più difficile l’impresa se invece uno la pensione ce l’ha assai bassa, tagliata e massacrata da una serie di riforme lacrime e sangue, la prima delle quali fu approvata, guarda un po’, proprio da Amato. In questa situazione, più che uscire dalla crisi, ci si accontenterebbe di non farsi prendere per il sedere, magari evitando a questi spudorati di parlare ancora. Ma non credo che questa lezione la sentiremo oggi su Raitre.





SENTITE CHE LEZIONE DI AMATO SULLA CRISI





Giuliano Amato  ha avuto un programma Tv tutto suo per darci lezioni su come uscire dalla crisi. E’ andato in onda oggi, domenica 18 marzo, su Raitre. E io l’ho ascoltato con attenzione, perché c’è sempre da imparare da uno che a uscire  dalla crisi c’è riuscito benissimo. Anzi, forse non c’è mai entrato, dal momento che prende una pensione da 31mila euro al mese (dopo aver tagliato le pensioni degli italiani).
Dunque il programma di Raitre è cominciato alle 12.58, con tre minuti di ritardo sul palinsesto previsto. La scena è assai povera: il professore è in piedi, accanto a uno schermo da centro commerciale e tutto attorno molti libri. Lo chiamavano Topolino? Ecco: oggi è un perfetto Topolino di biblioteca.
L’inizio non è brillante: dopo una citazione un po’ confusa sugli ideogrammi cinesi (dicono, non dicono, li cito ma non li cito, mah…),  Amato comincia la sua lezione con una frase da vero spudorato: “Per spiegare a noi stessi cos’è la crisi rifacciamoci alle nostre esperienze quotidiane”.  E verrebbe subito voglia di chiedergli: scusi, ma qual è la sua esperienza quotidiana della crisi? Con 31mila euro al mese di pensione come la si vive?
Segue una scheda in cui viene citata la Treccani (di cui è presidente) e poi una lunghissima e noiosissima dissertazione in cui ci viene spiegato che  nelle società basate sull’agricoltura “se c’era cattivo tempo i raccolti non arrivavano”; che con la “produzione industriale sono arrivate le società per azioni”;  che “i titoli azionari rappresentano il valore delle imprese” ; che “quando le cose vanno male se il computer dà notizie cattive tutti vendono”. Manca solo che a un certo punto dica: se piove ci si bagna, e poi il quadro delle banalità sarebbe completo. Ah dimenticavo: a un certo punto si lamenta perfino della  dell’instabilità dei governi del passato, come se lui all’epoca fosse sulla Luna.
La trasmissione, per chi riesce a restar sveglio, finisce alle 13.26. Il Topolino da biblioteca saluta e minaccia tutti di ritornare la prossima domenica.  Chissà se per allora sarà riuscito a elaborare qualche frase un po’ meno scontata. E chissà, soprattutto, se finalmente darà l’unica la lezione sulla crisi che tutti si aspettano: come uscire dalle difficoltà (per sempre), facendosi dare una pensione da 31mila euro. Nel frattempo una domanda ce l’avremmo noi per la Rai: ma per queste lezioni soporifere, l’onorevole Amato non avrà mica percepito un compenso?