danni da vaccino e la giustizia italiana CONTINUA la PERSECUZIONE
Verona 15 maggio 2009 La lunga battaglia che da 38 anni sto conducendo per dimostrare, oltre al mio caso personale già riconosciuto dal Ministero della Sanità, attraverso la sua CMO (Commissione Medica Ospedaliera) fin dal 1995, che ha ammesso i triplici danni subiti dai miei figli, due dei quali deceduti ed il terzo rimasto cerebroleso grave, che sono da attribuirsi alla vaccinazione antipolio Sabin, è sempre stata tesa a far prendere atto allacollettività degli innumerevoli atroci danni provocati nel nostro Paese dalle pratiche vaccinali. Espongo di seguito ciò che sta ora accadendo. Ho ntrapreso fin dal 1990 una causa civile per richiesta di risarcimento danni morali e materiali che è andata a sentenza proprio in questi giorni. Alle varie udienze presso il tribunale di Venezia ho voluto portare, con grande difficoltà, anche mio figlio Alberto, cerebroleso, tetraplegico e con gravi problemi d'insufficienza respiratoria. Il mio intento era quello di far conoscere al giudice monocratico dott. Antonella Guerra in quali condizioni era stato ridotto il mio ragazzo, e ricordarle anche degli altri due figli deceduti in conseguenza alle vaccinazioni subite. Questa "donna" non si è mai nemmeno degnata di rivolgere ad Alberto né una parola né uno sguardo e, per una donna che pensavo anche potesse essere mamma, a me questo comportamento è parso alquanto strano. Arrivo ora alla sentenza emessa daquesto giudice donna. Dopo aver stravolto, nelle 32 pagine scritte da lei, tutta l'intera nostra trascorsa tragica esistenza, conclude motivando così la sua decisione: "Non si può ritenere che all'epoca sussistesse, secondo le regole della migliore ars medica, un obbligo generalizzato di preventiva effettuazione di analisi volte ad accertare eventuali deficit immunitari; ciò non è mai stato allegato dagli attori, non risulta né dalla relazione del CC.TT.UU, né dalle osservazioni del CC.TT.PP., né costa conforme a protocolli vigenti in altri paesi all'epoca delle vaccinazioni o raccomandati dalla migliore letteratura scientifica, sempre dell'epoca. Sulla base di tutte tali considerazioni deve quindi escludersi sia stata raggiunta la prova della colpevolezza del Ministero della Sanità, oraMinistero della Salute. La tragicità degli eventi occorsi agli attori, che comprensibilmente li hanno portati a cercare pervicacemente le cause ed i responsabili, unitamente al contrasto giurisprudenziale esistente al momento della proposizione della domanda in ordine all'individuazione del dies a quo dal quale far decorrere il termine di prescrizione, giustificano ampiamente la compensazione delle spese di lite e C.T.P.. Le spese di C.T.U rimangono a carico degli attori soccombenti. p.q.m. Il Tribunale di Venezia, Sezione III^ Civile, in composizione monocratica nella persona del Giudice unico dott. Antonella Guerra, definitivamente pronunciando: 1) Respinge le domande attore; 2) Dispone la compensazione delle spese di lite e di C.T.P.; Pone le spese di C.T.U. definitivamente a carico degli attori. Venezia 9 gennaio 2009. Questa è, per ora, per noi l'amara conclusione di questo processo iniziato negli anni 90'. Ci stiamo chiedendo perciò se: DAVVERO IN ITALIA ESISTE LA GIUSTIZIA? Ma non è tutto, proprio due giorni fa ricevo una telefonata da un funzionario della DIGOS, nella quale mi si avvisa di una denuncia a mio carico. Mi reco in questura per capire di cosa si trattava e, con grande meraviglia vengo a sapere di essere stato denunciato dal sottosegretario alla salute Francesca Martini che mi accusa di "MINACCE". Il fatto viene fatto risalire al novembre scorso. In quella data avevo per caso incontrato in piazza Brà, a Verona dove abito, la signora Martini. Era parecchio tempo che tentavo di fari ricevere da lei, o nel suo studio di Roma o in quello di Verona, e per questo motivo avevo effettuando numerose telefonate. Il motivo, a mio avviso importante, era per definire una questione che avevo proposto, essendo stato a suo tempo nominato ufficialmente dal Direttore Generale alla Prevenzione e alle Politiche Sociali, dott. Filippo Palumbo, quale "rappresentante dei danneggiati da vaccino italiani".Durante i tavoli di concertazione ai quali ho sempre partecipato, tentavo con moltadifficoltà di portare avanti una proposta. Avevo depositato al Ministero i dati statisticidell'ufficio screening della regione Veneto che dimostravano che dal 1993 al 2005 si erano verificati, NELLA SOLA REGIONE VENETO, circa 4000 (quattromila) casi di danni più o meno gravi da vaccino. La mia istanza era di proporre che la stessa prassi eseguita nella regione Veneto, venisse estesa a tutte le altre regioni italiane. Questo, a mio avviso, dovrebbe essere risultato utile per stabilire, non certamente l'esatto numero, ma per lo meno il numero approssimativo di casi di danno da vaccino occorsi su tutto il territorio nazionale nello stesso spazio di tempo. Quando incontrai il sottosegretario Martini, in centro alla città, tutta elegante con un cane dalmata a guinzaglio e accompagnata da un omino basso di statura, colsi l'occasione per parlargli, avendo in precedenza, varie volte invano, tentato di farmi ricevere nei suoi studi. Ho motivato la mia richiesta di dialogo sapendo di avere il diritto di interloquire con lei, in qualità di rappresentante ufficiale incaricato dal Ministero della Salute dei danneggiati da vaccinoitaliani. Il sottosegretario Francesca Martini immediatamente ribadì con tono ARROGANTE che, DA QUESTA LEGISLATURA NON E' PIU' LEI IL RAPPRESENTANTE DEI DANNEGGIATI DA VACCINO e, secondo lei, per questo motivo non avevo più titolo per occuparmi di tali difficoltosi argomenti quali sono i danni da vaccino. Rimasi allibito da questa sua affermazione,soprattutto non avendo mai ricevuto dal Ministero alcuna comunicazione ufficiale per iscritto di questo eventuale cambiamento. Nonostante ciò, visto l'inatteso incontro, insistetti per farmi ascoltare ma invano, la Martini, si giustificòdicendomi che andava di fretta poiché era attesa per una inaugurazione all'Istituto Don Calabria. Aggiunsi allora che se per essere ascoltato avessi dovuto recarmi sotto casa sua con mio figlio Alberto malato e in un letto, lo avrei fatto. L'omino che l'accompagnavaribadì allora.. "lei minaccia?", queste furono le uniche parole che proferì quell'omino insignificante mentre entrambi si allontanavano incamminandosi dal centro di piazza Brà verso corso Porta Muova. Ci auguriamo che qualcuno prenda visione di questi fatti e ci suggerisca qualche possibilità sul futuro proseguio onde dimostrare la continua assillante persecuzione che sta subendo una famiglia come la nostra, già tanto provata con la morte di due figli e di Alberto rimasto in vita, contro il parere dei sanitari, con gravi problemi di handicap e che, in giunta, nel 2002 avvenne la prematura morte della madre spentasi per un tumore. Siamo rimasti soli io e mio figlio Alberto a lottare disperatamente contro l'arroganza delle Istituzioni e l'indifferenza di parte della collettività continuamentedistratta da altri problemi, per dimostrare questa ancora sconosciuta verità che dimostra "QUANDO I VACCINI UCCIDONO O CREANO DISABILITA'". Giorgio & Alberto Tremante (sito web: www.tremante.it )
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