martedì 27 marzo 2012

QUI IN ITALIA SIAMO ALLA PURA FOLLIA

“Qui in Italia siamo alla pura follia – spiega Zucchi – Trent’anni e passa fa un gruppo di soloni si è messo d’accordo per fregarci tutti, costruendo un sistema di clientele che garantisse poltrone a vita. Per farlo ha dovuto venderci un sogno folle: ‘lavorerai il 9% del tempo della tua vita e tanto basterà per mantenere te, la tua famiglia, un pensionato e un dipendente statele’. Perché 40 ore settimanali per 40 anni sono il 9% di una vita. Roba incredibile, ma noi ci siamo cascati perché i soloni hanno usato la parola magica: ‘questo è un vostro diritto’”.


“Neanche i professori, con il loro aplomb, possono fare niente – continua Zucchi – Tranne fare quello che potrebbe fare qualsiasi cretino in un quarto d’ora. Hanno alzato le tasse, invece di abbassare la spesa, tutelando soprattutto gli statali, vedi riforma Fornero. Come se non sapessero che da gennaio a settembre dell’anno scorso 720 aziende del nordest hanno trasferito la loro attività in un posto dove si può lavorare”. Zucchi si riferisce all’Austria, di cui abbiamo parlato qui. “E non appena è successo, tutti a dire che gli imprenditori delocalizzano perché sono stronzi e sfruttano i bambini del Pakistan. Un paio di palle, l’impresa si localizza dove vengono rispettati i diritti civili dell’imprenditore”.
Zucchi trasecola quando pensa all’idea di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia dell’Entrate, di dotare di dotare di un bollino blu le imprese che pagano le tasse: “Li ho già visti i bollini colorati messi addosso alle persone, durante il fascismo. E non vorrei vederli più. Che poi un funzionario di stato, pagato colle mie tasse, si permetta di concepire un’idea simile è folle. Questi si sentono unti del Signore. E fanno sentire me indesiderato. Non mi vogliono? Me ne andrò”.
L’Italia, secondo Zucchi, è irriformabile: “qui non si salva nessuno. Lo stato italiano, così come lo racconta Napolitano, è un’idea che non funziona. La costituzione è stata scritta da gente impaurita con attorno macerie ancora fumanti, che temeva svolte autoritarie. Ne è nato uno stato in cui non comanda nessuno. Neanche i signori professori del club di Monti. Ormai viviamo in una pantomima perché la comunicazione pubblica ha preso il sopravvento sulla sostanza delle cose. E quindi tutto è possibile. Infatti in Italia tutto è a norma di legge. L’unico fuori legge sono io”.
Deciso ad abbandonare il Paese, completamente sfiduciato dalla politica, Zucchi, che ammette di aver votato un po’ per tutti i partiti, salvo poi pentirsene ogni volta, rivendica la necessità di compiere quello che definisce un gesto autonomo: “Non voglio implicarmi con movimenti o peggio con associazioni di categoria mangia soldi. In questo stato io sono perdente, quindi non mi resta che andarmene. Non nell’aldilà, come hanno fatto alcuni” conclude Zucchi, al plurale, ripercorrendo i numerosi casi di imprenditori suicidi: “io cerco un Paese che abbia bisogno di gente che sa fare e vuole lavorare. Se ci sono altri che la pensano come me, lo dicano, e scegliamo insieme la meta”.