AMERIKANI
Vi dico una cosa su queste elezioni! Io non so come la pensiate, se siete contenti, arrabbiati, delusi, e so che ne avrete già lette e sentite di tutti i colori, ma c’è una cosa che ho notato e che vorrei dirvi! Perché il discorso qui non riguarda più soltanto Trump o Harris!
Vedete, stamattina mi sono ritrovata la bacheca intasata di post su Trump. Nei giorni prima, nelle settimane prima lo stesso! Sui media, nei salotti televisivi, sui giornali non si è parlato d’altro per MESI! Ed è proprio questo il punto: ancora oggi noi siamo dipendenti dagli Stati Uniti. Diamo troppa importanza a ciò che accade in America, a ciò che fanno in America, a ciò che viene detto, pensato, propagandato in un paese che in fondo non è il nostro. E non lo sarà mai.
La nostra cultura, la nostra storia, perfino la nostra lingua stanno diventando una brutta copia di quella americana. E allora mi domando, ma è davvero questo che vogliamo essere? Un paese fotocopia? Vogliamo davvero continuare a imitare un paese che ha fatto suo l’assioma «la guerra è pace», e «l’ignoranza è forza»; un paese che ha fatto della censura un’arte, della violenza uno stile di vita e della guerra un buisness?
E la vera domanda non è chi abbia vinto le elezioni o perché, l’unica domanda da farsi è un’altra: per quanto ancora dobbiamo riconoscere in questo paese la nostra guida, il nostro modello, il nostro faro? Per quanto ancora dobbiamo continuare ad imitare supinamente il modello americano, che di modello e di ideale non ha proprio nulla?
Guendalina Middei,
Vedete, stamattina mi sono ritrovata la bacheca intasata di post su Trump. Nei giorni prima, nelle settimane prima lo stesso! Sui media, nei salotti televisivi, sui giornali non si è parlato d’altro per MESI! Ed è proprio questo il punto: ancora oggi noi siamo dipendenti dagli Stati Uniti. Diamo troppa importanza a ciò che accade in America, a ciò che fanno in America, a ciò che viene detto, pensato, propagandato in un paese che in fondo non è il nostro. E non lo sarà mai.
La nostra cultura, la nostra storia, perfino la nostra lingua stanno diventando una brutta copia di quella americana. E allora mi domando, ma è davvero questo che vogliamo essere? Un paese fotocopia? Vogliamo davvero continuare a imitare un paese che ha fatto suo l’assioma «la guerra è pace», e «l’ignoranza è forza»; un paese che ha fatto della censura un’arte, della violenza uno stile di vita e della guerra un buisness?
E la vera domanda non è chi abbia vinto le elezioni o perché, l’unica domanda da farsi è un’altra: per quanto ancora dobbiamo riconoscere in questo paese la nostra guida, il nostro modello, il nostro faro? Per quanto ancora dobbiamo continuare ad imitare supinamente il modello americano, che di modello e di ideale non ha proprio nulla?
Guendalina Middei,