LA MISSILISTICA DI TAJANI
LA MISSILISTICA DI TAJANI
Di Pino Cabras
Mai avuta stima di certi conservatori bolsi, con la loro forma squallida di disincanto che spacciano per realismo ma che sottovaluta proprio la realtà effettuale. Un esempio fresco fresco?
Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha parlato del missile Oreshnik, l’ultima arma utilizzata da Mosca nella guerra con l’Ucraina, durante la puntata del 23 novembre di 4 di sera Weekend, programma in onda su Rete4: “Io penso che sia come facevano gli antichi guerrieri che battevano la spada sullo scudo per intimorire l’avversario. I missili di cui Putin parla, con i quali è stato fatto un esperimento l’altro giorno, sono missili vecchi, non c’è nessuna novità. Sono missili ritoccati, insomma hanno rifatto un po’ il trucco a missili che avevano per cercare di spaventare l’avversario ucraino per fare la voce grossa”.
Credo che se avessimo uno struzzo come ministro avremmo uno sguardo più panoramico e consapevole sul mondo. Purtroppo ci tocca Tajani, esponente di un mondo che non ha ancora sviluppato missili ipersonici, ma fa - lui si - le sboronate di un fante di mille anni fa.
Il problema è che è in ballo la nostra pellaccia, messa in pericolo da uno che non capisce che fra l'inizio di un suo spot in Tv e la sua conclusione fa in tempo ad arrivare da oltre gli Urali un missile che sarà pure di vecchia concezione (ma quando mai?) ma che non può fermare nulla, nemmeno le sue mani sudaticce.
Commenti
Posta un commento