L'unica opzione possibile è scendere dal treno -
Anno 2031. Un treno che scorre senza una meta stabilita lungo dei binari infiniti, racchiude le uniche persone sopravvissute a una nuova e distruttiva era glaciale che ha decimato il restante della popolazione e ha reso il nostro pianeta una landa desolata completamente ricoperta dai ghiacci. I superstiti alla catastrofe sono divisi all’interno dei vagoni in base alla loro classe sociale: alla testa del treno i più ricchi e potenti, in fondo la plebe più povera, costretta ad accontentarsi degli avanzi di coloro che si trovano davanti a loro. Tutti gli abitanti del treno sono stati convinti che non vi sia alcuna possibilità di sopravvivenza al di fuori del treno.
Ad un cerro punto la plebe guidata da Curtis intraprende una lotta per la conquista della testa del treno controllata da Wilford.
La traversata tra i diversi vagoni è un viaggio non solo alla scoperta delle differenze tra le classi, ma anche una riscoperta di come funzioni la mente umana, la quale elabora sempre le stesse soluzioni quando si trova a dover rispondere alle medesime domande.
Per questo motivo una volta raggiunta la testa del treno, i ribelli non vedono altra possibilità al di fuori di quella di perpetuare lo stesso schema, seppur con ruoli diversi.
Non riescono neanche ad immaginare di poter ripopolare il mondo al di fuori del treno, sfuggendo definitivamente alla sua logica perversa.
Alla popolazione del treno quindi non serve né un Curtis né un Wilford, ma qualcuno che rifugga il sistema in sé, che viva al di sopra dei suoi meccanismi distorti. Qualcuno che possa portare una nuova ventata per la civiltà, in modo da far ripartire il mondo da zero, verso un diverso e più prosperoso inizio.
Proprio come la natura, che in seguito a una glaciazione tremenda e spietata, ha trovato comunque il modo di ripopolare un pianeta che sembrava ormai perduto per sempre.
Giorgio Bianchi
Commenti
Posta un commento