L'EURO E' NUDO
2 maggio 2011 (MoviSol) – Venerdì 6 maggio, i ministri finanziari dei principali paesi UE hanno festeggiato il salvataggio del Portogallo… e il naufragio di quello greco, che compiva esattamente un anno! La riunione di emergenza in Lussemburgo doveva rimanere segreta, ma la rivista tedescaSpiegelonline l’ha spifferata. La Grecia ha bisogno di almeno 50 miliardi di euro in aggiunta ai 110 già concessi, per evitare il default.
Lo schema di salvataggio dell’euro si sta rivelando un pozzo senza fondo. L’esposizione delle banche europee ai paesi GIPS supera il trilione di dollari, senza contare i derivati. Un anno di salvataggi (110 miliardi di euro per la Grecia, 85 per l’Irlanda e 78 per il Portogallo) è stato come svuotare il mare con un secchiello.
Come ha affermato correttamente Lyndon LaRouche, il sistema dell’euro era inteso fin dall’inizio come una “bad bank”. Infatti, l’insolvenza del sistema è dovuta alla combinazione di un folle rifinanziamento del debito tossico e di un’altrettanto folle politica di bilancio “alla Bruening”. In altre parole, i due errori che uccisero la Germania di Weimar: una politica iperinflazionistica di rifinanziamento del debito e una feroce politica di austerità. Mentre la prima ha trasferito trilioni di debito dalle banche private ai governi, la seconda garantisce il collasso dell’economia fisica e delle entrate fiscali, aggravando l’insolvenza. Ora, in cambio di una nuova iniezione finanziaria alla Grecia, l’UE chiede in cambio proprietà pubbliche.
Mentre il salvataggio si rivela un fallimento, cade un tabù, quello dell’uscita dall’euro. Il capo dell’istituto economico IFO in Germania, Hans-Werner Sinn, ha suggerito alla Grecia di uscire dall’euro per evitare la distruzione. “Se la Grecia tenta di applicare un taglio interno dei salari del 20%” come richiesto dalle condizioni per rimanere nel sistema dell’euro, il paese “scivolerebbe verso la guerra civile”, ha dichiarato Sinn in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitungdell’8 maggio. Una ristrutturazione del debito greco è inevitabile, sia dentro che fuori dell’euro, afferma Sinn, ma la differenza è che fuori dell’euro la nazione sopravvivrebbe.
Anche in Irlanda si è aperto un dibattito attorno alla proposta dell’economista Morgan Kelly di restituire i debiti tossici alle banche. “La sopravvivenza nazionale richiede che l’Irlanda abbandoni la politica dei salvataggi”, ha scritto Kelly sull’Irish Times del 7 maggio. La bad bank creata dal governo, NAMA, dovrebbe essere restituita alle banche e diventare un problema per la BCE, “non per noi”.
In Italia, qualcuno si sta accorgendo del fatto quasi surreale che il paese, con un debito pubblico al 120% del GDP, per cui viene quotidianamente richiamata al rigore da Bruxelles, è stata costretta dalla stessa UE a impegnarsi indebitarsi per altri 125 miliardi da versare al cosiddetto Meccanismo di Stabilizzazione Europeo. Sergio Cesaratto e Lanfranco Turci, rispettivamente insegnante di Economia all’Università di Siena ed ex presidente della Regione Emilia-Romagna, hanno affermato in un articolo su Il Riformista il 3 maggio che “l’Italia sarà chiamata a pagare per responsabilità che non ha”, perché l’ESM serve a salvare le banche inglesi, tedesche e francesi esposte con i GIPS.
http://www.movisol.org/11news079.htm
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