NATI PER LA PRIGIONE
«Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero».
Goethe
Quando poche persone desiderano controllare e dirigere la massa del genere
umano, devono poter contare su determinati e importanti punti fermi. Questi ultimi
valgono anche se stai cercando di manipolare un individuo, una famiglia, una tribù,
una città, un paese, un continente o un pianeta.
Innanzi tutto si devono fissare delle “norme”, ossia ciò che è considerato
giusto o sbagliato, possibile o impossibile, sano o insano, buono o cattivo. La
maggior parte delle persone si atterrà a quelle norme senza discutere a causa della
loro mentalità da pecore, che da almeno qualche millennio prevale sulla mente
umana collettiva. In secondo luogo, bisogna rendere la vita molto spiacevole a
coloro che sfidano le “norme” da voi imposte. Il modo più efficace di fare ciò è, in
effetti, quello di trasformare la diversità in un crimine. Così quelli che seguono
un'altra campana o danno voce a un'opinione diversa, a una diversa versione della
“verità” e a un diverso stile di vita, si configurano come pecore nere all'interno del
branco umano. Una volta condizionato quel branco ad accettare quelle norme della
realtà, con arroganza e ignoranza vengono ridicolizzati e condannati quelli che
hanno una visione diversa della vita. Ciò spinge questi ultimi a conformarsi e serve
da monito per tutti gli altri che, all'interno del branco, pensano di ribellarsi. C'è un
detto giapponese che dice: “Non fare il chiodo che svetta tra tutti gli altri, perché
sarai il primo ad essere colpito”.
Tutto questo crea una situazione per cui i pochi controllano le masse, i cui
membri si sorvegliano e si controllano a vicenda. Le pecore diventano il cane
pastore per il resto del branco1. È come un prigioniero che cerca di scappare mentre
gli altri suoi compagni di cella accorrono per fermarlo. Se ciò accadesse, diremmo
che quei prigionieri sono pazzi, come potrebbero fare una cosa del genere? Ma è
esattamente questo che gli essere umani si fanno l'un l'altro ogni giorno,
pretendendo che ognuno si conformi alle norme a cui essi ciecamente si
conformano. Questo non è nient'altro che fascismo psicologico - la polizia del
pensiero con agenti in ogni casa, dappertutto. Agenti a tal punto condizionati da
non sospettare minimamente di essere controllori mentali non retribuiti. “Sto solo
facendo ciò che è bene per i miei figli”, li sento dire. No, ciò che siete stati
programmati a credere che sia bene per loro, anche sulla base del fatto che ritenete
di sapere cose che gli altri non sanno. Ricordo di aver discusso con un ex capo
rabbino del Regno Unito presso il gruppo di discussione della Oxford Union, che
non riusciva a capire la differenza tra istruzione e indottrinamento. Era una cosa
incredibile.
Ogni giorno ritroviamo questi stessi temi nelle nostre esperienze quotidiane
con persone in uniforme e con altre appartenenti alla masse ma promosse a
comandare sopra le masse. Ciò è ben sintetizzato dalla versione satirica dell'inno
del Partito laburista britannico, La bandiera rossa, che dice: “La classe operaia può
baciarmi il culo, finalmente sono tra i numero uno”. Tutto questo rientra nella
strategia “dividi e soggioga”, che è fondamentale per far sì che il branco si controlli
da solo. Ognuno riveste un ruolo preciso per l'imprigionamento mentale, emotivo e
fisico di qualcun altro. Tutto quello che i controllori devono fare è muovere i fili
giusti al momento giusto e far sì che i loro burattini umani danzino sulla giusta
melodia. Per realizzare ciò, essi dettano ciò che viene impartito da quella che noi
coraggiosamente chiamiamo “istruzione” e da quelle che i mezzi di comunicazione
in loro possesso ci presentano come “notizie”. In questo modo, possono dettare al
branco che non fa domande e non discute, ciò che esso deve credere di se stesso,
delle altre persone, della vita, della storia e degli eventi attuali. Una volta che sono
state stabilite alcune norme all'interno della società, non c'è più alcun bisogno di
controllare ogni giornalista o reporter o funzionario governativo. I media e le
istituzioni offrono la loro “verità” sulla base di quelle stesse norme e, perciò,
ridicolizzano e condannano di riflesso chiunque offra un'altra visione della realtà.
Una volta che hai il controllo su ciò che è considerato “normale” e possibile,
l'intero sistema praticamente si gestisce da solo.
Figli di Matrix-david icke
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