lunedì 12 agosto 2019

MA CHE FORTUNA ESSERE CITTADINI DELL'UNIONE EUROPEA

Il piano, in realtà, era stato preparato con larghissimo anticipo. Paolo Barnard, nel saggio “Il più grande crimine”, cita il profetico Memorandum del 1971 in cui Lewis Powell, avvocato di Wall Street ingaggiato dalla Camera di Commercio Usa, spiega – in poche, chiarissime pagine – come distruggere la sinistra, corrompere i sindacati, piegare gli Stati e impoverire il 99% della popolazione, facendo sparire la classe media, a esclusivo vantaggio dell’élite. Carlo Azeglio Ciampi aveva l’aria del vecchio saggio, prima ancora di finire al Quirinale: nel lontano 1981 firmò il divorzio tra Bankitalia e Tesoro che avrebbe “privatizzato” il debito pubblico, impiccando il paese all’austerity eterna. Dieci anni dopo, azzerati dai magistrati di Mani Pulite i politici della Prima Repubblica, fu il giovane Mario Draghi a salire a bordo del Britannia, a prendere ordini: dal Tesoro avrebbe diretto la grande svendita dell’Italia, coadiuavato da Romano Prodi che stava finendo di rottamare l’Iri, cioè l’azienda più grande d’Europa. Chiusa la pittoresca e irrilevante parentesi di Berlusconi, la verità è franata addosso al Belpaese di colpo, fuori tempo massimo, con la maschera di Monti e quella di Elsa Fornero, il culto del sadismo di massa, il delirio del rigore. Fiscal Compact, pareggio di bilancio in Costituzione. Vietato spendere, vietato sperare, vietato vivere.

Già non sembrava più il migliore dei mondi possibili, eppure Napolitano – supremo regista della premiata macelleria italiana – veniva acclamato come salvatore della patria e clamorosamente rieletto al Quirinale, in attesa che i vari replicanti (Letta, Renzi, Gentiloni) riprendessero a intonare il vecchio ritornello sul migliore dei mondi possibili, insieme al coro dei piccoli cantori dell’epoca, da Roberto Saviano a Fabio Fazio, mentre l’eroe nazionale Sergio Marchionne portava via i resti della Fiat sparpagliandoli tra Olanda, Gran Bretagna e Stati Uniti. Nel frattempo l’Italia aveva perso il 25% del suo potenziale industriale, scivolando nella tragedia sociale della disoccupazione. Che stesse quasi per finire, il migliore dei mondi possibili, lo si capì quando la Troika europea chiuse i bancomat della Grecia e costrinse i bambini di Atene a morire, dentro ospedali senza più medicine. Agli euro-strozzini interessavano le strutture turistiche, gli aeroporti, il Pireo. Un test istruttivo: oltre a vivisezionare la vittima inerme, gli sciacalli hanno preso nota del fatto che nessuno, dei valorosi partner europei, s’è mai sognato di muovere un dito per salvare i greci, le famiglie sfrattate, i pensionati alla fame. Che fortuna, essere cittadini dell’Unione Europea.
stralcio del post
https://www.libreidee.org/2019/08/il-peggiore-dei-mondi-possibili-nutrito-dalla-nostra-paura/
http://altrarealta.blogspot.it/


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