UNA VERA VIOLENZA ;Maria Schneider stuprata in "Ultimo tango a Parigi"
Bertolucci confessa: Maria Schneider stuprata in "Ultimo tango a Parigi"
A quarant'anni dalla famosa scena del burro, il regista ammette: "Non dicemmo nulla a Maria per rendere la scena del rapporto anale con Brando più realistica"
Siamo nel 1972, sul set di uno dei capolavori della storia del cinema. Siamo immersi nella musica di Ultimo tango a Parigi. La regia è quella di Bernardo Bertolucci, per l'occasione nomination all'Oscar come miglior regista, nel 1974. I protagonisti,Marlon Brando e una giovane Maria Schneider, appena ventenne. E la scena incriminata, che ha destato maggiore scandalo, è quella del burro: un rapporto anale. Marlon, alias Paul - quarantacinquenne americano trapiantato a Parigi dopo il suicidio della moglie - prende del burro, sveste con veemenza Maria, alias Jeanne, le lubrifica il fondoschiena e infine la sodomizza facendole ripetere: "Santa famiglia, sacrario dei buoni cittadini, dove i bambini sono torturati finché non dicono la prima bugia, la volontà è spezzata dalla repressione, la libertà è assassinata dall'egoismo".
Un trauma per la vita - Sono passati più di quarant'anni dall'uscita del lungometraggio-scandalo di Bertolucci. Sembrava tutto lontano, la censura, i tribunali. Ma oggi a Parigi, durante la masterclass organizzata alla Cinémathèque française, torna a galla proprio "quella sequenza": il burro squagliato, una passione trasgressiva tra due personaggi, un rapporto sessuale creato così, per caso, un'idea che non era presente nella sceneggiatura, ma che venne fuori durante una colazione tra il regista e Brando. Poi, il dramma. Quello di Maria Schneider, morta prematura due anni fa a 58 anni, che aveva confessato di non essersi più ripresa dopo quella scena. Ora, proprio dalla capitale bohemienne, è arrivata l'ultima confessione, dello stesso creatore di quel film giudicato "troppo esplicito": "Forse sono stato colpevole per Maria Schneider, ma non potranno condannarmi per questo. L'idea di quella scena è venuta a me e a Marlon Brando mentre stavamo facendo colazione e a un certo punto lui ha cominciato a spalmare del burro su una baguette: subito ci siamo dati un'occhiata complice. Abbiamo deciso di non dire niente a Maria per avere una reazione più realistica".
"Una vera violenza" - "Mi hanno quasi violentata - aveva rivelato Maria nel 2007, in una famosa intervista al Daily Mail -. Quella scena non era prevista nella sceneggiatura. Io mi sono rifiutata. Ma poi non ho potuto dire di no. Ero troppo giovane. Così fui costretta a sottopormi a quella che ritengo essere stata una vera violenza. Le lacrime che si vedono nel film sono vere. Sono lacrime di umiliazione". Parole di accusa quelle della Schneider. Ma Bertolucci non si nasconde e difende la sua scelta: "Maria voleva fare cinema a tutti i costi, aveva appena vent'anni all'epoca. Per tutta la sua vita poi è stata molto rancorosa sia nei miei confronti che nei confronti di questo film, perché si è sentita sfruttata. Lei aveva un'intelligenza istintiva. Non aveva i mezzi per filtrare quello che le è successo". E oggi? "Non sarebbe considerato immorale comportarsi così sul set con i propri attori?", gli è stato chiesto. "Non sono un uomo di oggi", ha risposto. Lui, è un "uomo d'altri tempi". ( Fonte)
Alla domanda se comportarsi così sul set con gli attori oggi sarebbe moralmente inaccettabile, ha risposto ironico di «non appartenere all’oggi». Poi è tornato serio: «Sicuramente Maria avrebbe avuto bisogno di essere protetta dopo, ma pensavo già a un altro film. Sono cose gravi ma è anche così che si fanno i film: le provocazioni a volte sono più importanti delle spiegazioni ».
La Schneider, scomparsa nel 2011 a 58 anni, ha raccontato di essersi sentita umiliata, sfruttata solo come un corpo sul set di "Ultimo tango". La sua vita è stata tormentata: la droga, un tentativo di suicidio. «Mi sono sentita un po’ violentata da Brando» confessò al Daily Mail nel 2007 «Quella scena non era prevista. Mi sono arrabbiata ma non ho potuto dire di no. Avrei dovuto chiamare il mio agente o il mio avvocato perché non si può obbligare un attore a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. All’epoca ero giovane, non lo sapevo. Marlon mi disse: “Maria, non ti preoccupare, è solo un film”, anche se sapevo che quello che faceva non era reale, ho pianto lacrime vere. Mi sono sentita umiliata e un po’ violentata, sia da lui che da Bertolucci. Dopo la scena non mi consolò».( Fonte)
che schifo d'uomo sia bertolucci che quell'altro..
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