martedì 4 febbraio 2014

IL BUSINESS DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

Un’agenzia di viaggi criminali, il business dell’immigrazione clandestina ha un fatturato enorme che le Nazioni Unite stimano in 10 miliardi di Euro, un giro d’affari secondo soltanto ai traffici di droga.
Solo per l’Africa si parla di 150 milioni di Euro, e i trafficanti fatturano 5 o 6 milioni di Euro l’anno. Si pensi che per Frontex l' agenzia di controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea, si investono ogni anno solo 85 milioni di Euro, questo dà la dimensione del potere economico di questo sistema.
Alcune cifre di un viaggio per un clandestino: dall’Afghanistan al Regno Unito, 25 mila Euro, dal Bangladesh al Brasile 10 mila, dalla Cina al Regno Unito 40 mila, dalla Corea del Nord alla Corea del Sud 6 mila, dal Messico agli Stati Uniti da mille ai quattro mila Euro. Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci

Andrea Di Nicola: Ciao agli amici del Blog di Beppe Grillo, sono Andrea Di Nicola:, sono un criminologo, professore di criminologia all’università di Trento alla facoltà di giurisprudenza, coordino un gruppo di ricerca che si chiama “e-crime” e mi occupo da anni di fenomeni criminali transnazionali, tra cui l’immigrazione clandestina illegale e i traffici di migranti.
Insieme a me c’è Giampaolo Mosumeci.

Giampaolo Musumeci: Sono Giampaolo Musumeci:, giornalista, cerco di seguire le rotte dell’immigrazione dall’Africa, dall’Est verso l’Europa.

Andrea Di Nicola: Giampaolo e io abbiamo messo insieme le nostre esperienze, per qualche cosa di cui non si era mai parlato in Italia: cosa sta dietro all’immigrazione clandestina, agli sbarchi.
Che cosa c’è dietro a questi fenomeni? Come si organizzano le immigrazioni clandestine? girare Abbiamo girato l’Europa, l’Africa e gli Stati del mondo, molti, per fare parlare i trafficanti di uomini e capire come si organizza il business delle immigrazioni clandestine.

Giampaolo Musumeci: Ha detto bene Andrea, è business e chi fa business sono gli imprenditori.
I trafficanti di uomini sono imprenditori a tutti gli effetti. Quelli che abbiamo incontrato ci hanno raccontato come organizzano il lavoro, come trovano i clienti, come trovano i luoghi di origine e di destinazione e tra la dozzina di trafficanti, più o meno di grosso calibro che abbiamo incontrato El Douly, un quarantenne, intelligente, molto sensibile, legge i giornali internazionali tutti i giorni, quando può, si informa su quello che accade in Egitto, ha una rete di collaboratori sparsi sul territorio, collabora con la rete libica che fa arrivare i suoi clienti, fino in Italia.
El Douly, “l’Internazionale", perché ha viaggiato Ha scoperto che poteva fare il trafficante di uomini negli anni ‘90, in Iraq, perché lì ha conosciuto il suo mentore, un trafficante iracheno che aiutava i disertori dell’esercito a fuggire durante la guerra nel Golfo.

Andrea Di Nicola: Noi abbiamo sentito la voce di El Douly, quando gli abbiamo chiesto chi è il più grande nella tua rete ci ha guardato in cagnesco e ci ha detto “Non avete capito niente, qui non c’è uno più grande, siamo attori di una grande rete ma siamo tutti uguali, siamo nodi e queste reti si basano sulla fiducia”.
Questo il motivo per cui è difficile intercettarle, colpirle. Sono fluide, flessibili, impenetrabili dalle inchieste internazionali della cooperazione di giustizia e muovono a cavallo delle frontiere tantissimi soldi, risorse ingenti, capitali che poi vengono reinvestiti anche in altre attività criminali.
A tale proposito Oran, un piccolo trafficante turco, ci ha parlato della grande organizzazione di Muammer Küçük, uno dei più grandi, il Boss dell’immigrazione clandestina del Bosforo.
Lui muove milioni di Euro e migliaia di persone dalla Siria, dall’Afghanistan, Pakistan, attraverso la Turchia fino all’Italia, su barche a vela, e ha una rete di attori e di nodi che lavorano tutti per lui.
E questi soldi circolano, sono soldi in nero. Oran era un piccolo trafficante, una pedina utilizzata da un trafficante grande, Muammer Küçük, che è ancora a piede libero, mentre persone come Oran stanno nelle carceri italiane o di altri paesi europei,. Questo fa riflettere su queste grandi organizzazioni criminali.

Giampaolo Musumeci: Quella che cerchiamo di raccontare in “Confessioni di un Trafficante di Uomini” (Ed. Chiarelettere) è la più grossa agenzia di viaggi criminale del mondo, una rete fatta di persone, che aiutano dei clienti a valicare illegalmente le frontiere.
Questo si basa sul bisogno disperato e sui sogni e aspirazioni di molte persone .
L' agenzia di viaggi che descriviamo lavora nel trovare i grimaldelli, nello scassinare la fortezza Europa e quindi i metodi più geniali come quello degli yacht di lusso, che nessuno sospetterebbe portare clandestini.
Che cosa vuole dire agenzia di viaggi?
Vuole dire che un grosso operatore, come El Douly, ha dei suoi collaboratori sul terreno, che intercettano la domanda di immigrazione. Se sono un giovane egiziano che vuole andare in Spagna contatterò nel mio villaggio l’agente di El Douly, e questo agente mi metterà in contatto con, con lui e tratterò la cifra, El Douly mi consentirà di passare il confine Egitto Libia, io arriverò a Bengasi, per esempio, o a Tripoli e a Zuara o altri porti della Libia e da lì El Douly mi garantirà il contatto con lo scafista libico che mi permetterà di andare a Lampedusa.
Ho fatto questo esempio, perché mentre eravamo con El Douly, Al Cairo, in un centro commerciale, a un certo punto squilla il telefonino e era un cliente che voleva andare in Spagna e abbiamo assistito alla telefonata, durata in realtà pochi minuti. Hanno parlato un pochino di soldi, della destinazione, El Douly ha rassicurato il suo cliente che lo poteva mandare in Spagna.

Andrea Di Nicola: E’ un’agenzia di viaggi criminali con un fatturato enorme, le Nazioni Unite parlano di 10 miliardi di Euro, un business che è secondo soltanto ai traffici di droga.
Solo per l'Africa si parla di 150 milioni di Euro, e trafficanti come Khabir fatturano 5 o 6 milioni di Euro l’anno. Pensate che per Frontex l' agenzia di controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea, si investono ogni anno solo 85 milioni di Euro, questo vi dà la dimensione del potere economico di questo sistema.
Alcune cifre, per farvi capire, dall’Afghanistan al Regno Unito, 25 mila Euro, dal Bangladesh al Brasile 10 mila, dalla Cina al Regno Unito 40 mila, dalla Corea del Nord alla Corea del Sud 6 mila, c'è tutto il mondo, dal Messico agli Stati Uniti, mille – quattro mila Euro. A noi i trafficanti turchi hanno detto che chiedono dai 4 ai 7 mila Euro, a seconda di quello che si possono permettere i loro clienti, perché poi è una vera e propria agenzia di viaggio, poco va agli scafisti, che ogni viaggio guadagnano 5 mila dollari, portando 50 persone, moltiplicate 40 o 50 per sette e avrete la cifra per ogni imbarcazione.
Trafficanti come Cuchuk fanno arrivare decine e decine di barche piccole e grandi, un flusso enorme di denaro che viene drenato da economie già in miseria e che viene reinvestito in altre attività criminali, illegali.

Giampaolo Musumeci: I tour operator, gli organizzatori di questa agenzia di viaggi mondiale, offrono vari pacchetti, l’Italia ovviamente è una delle destinazioni principe, ma non è la destinazione finale molto spesso, i migranti vogliono poi andare nel nord Europa, perché c’è uno status di rifugiato politico che offre maggiori garanzie, perché c’è già magari una diaspora, eritrea, somala, che li aspetta nel nord Europa, in Norvegia, Svezia, Inghilterra, per esempio.
Questa agenzia di viaggi è efficiente e efficace nello studiare nuove rotte, Andrea prima citava Frontex e i pattugliamenti,Se la rotta di Lampedusa viene chiusa, perché ci sono più pattugliamenti, allora immediatamente questa grossa rete, individuerà un’altra rotta, quella turca terreste, il fiume Ebros. Quel confine lì si chiude? Ebbene, i tour operator penseranno a un’altra rotta, che è quella che passa dalle montagne della Bulgaria.
Che cosa succede però? Che la rotta è più lunga, ci sono da fare molti più chilometri a piedi, la rotta diventa più rischiosa e più costosa.
E forse ci avviciniamo al paradosso per cui più l’Europa si chiude, più Frontex spende soldi e pattuglia e più il Muammer Küçük della situazione vedrà il suo fatturato ingigantirsi, perché i migranti devono spendere più soldi.

Andrea Di Nicola: La domanda è infinita, un trafficante come Khabir, un pakistano che abbiamo incontrato in Italia, non possiamo rivelare di più, perché è a piede libero, ci ha detto io non faccio niente di male, io realizzo sogni, e questi sogni li vendo e anche se dicessi alle persone che oggi l’Italia non è più la terra delle opportunità loro arriverebbero lo stesso, meglio che arrivino con me, perché sono capace di trasportarli. Lui sfrutta le opportunità, le vulnerabilità di un sistema, fa arrivare pakistani, Pashtun per l’esattezza, da villaggi tra Pakistan e l’Afghanistan, e li fa arrivare con permessi di soggiorno regolari, stagionali, questa è una vulnerabilità, perché sono nominativi, si mette d’accordo con imprenditori italiani, agricoli o turistici e a quel punto chiama nominativamente i propri connazionali, fa pagare dai 5 agli 8mila Euro, queste persone arrivano qui non da Lampedusa, non con i barconi, ma con l’aereo, e una volta che arrivano lui dice loro:”Stracciatevi le vesti, andate nel centro più vicino e dite di essere afgani e chiedete asilo politico, tanto nessuno se ne accorgerà, perché voi sapete parlare Pashtun”.

Giampaolo Musumeci: Il business del traffico di uomini, dello smuggling, del contrabbando di persone, è un business che non finirà mai, Se non si va a agire sulle economie povere, depresse, è ovvio che questa gente vorrà spostarsi.
E lo capiscono tutti, anche chi è magari l’ultimo anello di questo business, di questa rete, anche Alexander, uno dei circa 12 trafficanti che abbiamo incontrato, con grandissima lucidità e forza quasi lirica, quasi elegiaca dice: “Attenzione, Mosè è stato il primo scafista della storia”.

Andrea Di Nicola: C’è un grande problema di cooperazione di giustizia, investigativa. Abbiamo sentito nel vostro viaggio tanti magistrati investigatori che fanno del loro meglio, però si arrestano, quasi sempre, i pesci piccoli, gli scafisti, gli ultimi anelli di questa grande catena. Persone come Küçük, come Loncaric i grandi organizzatori, restano nelle retrovie, i pesci grandi, e gli investigatori si trovano su una barca a remi a rincorrere un motoscafo che va veloce sul Mediterraneo.

Se quindi pensate che sia importante capire questo sistema, questa enorme organizzazione mondiale, questa agenzia di viaggi dalla viva voce dei trafficanti, passate parola. 
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