mercoledì 19 febbraio 2014

UN PAESE AL CONTRARIO


UN PAESE AL CONTRARIO....GJTirelli
Quando guardo questo paese, non credo ai miei occhi!
Accadono cose talmente aberranti, inverosimili e inenarrabili, da credere sia il Flashback di un acido fatto in gioventù, di una canna troppo caricata, i postumi di una solenne sbornia: un incubo!! Poi capisco che è tutto vero, reale, e ogni aggettivo appartenente al lessico corrente, non è in grado di descriverne la portata; la sua degenerazione morale, etica, e socio/ambientale.
Viviamo in un mondo al contrario, dove i posti di responsabilità si raggiungono per demeriti – dove vige il nepotismo, la raccomandazione – dove la capacità di mentire, il mercimonio della dignità, la corruzione, e la propensione a tradire, sono divenute pratiche relazionali e comportamentali: le inedite credenziali per avere accesso al mondo del lavoro e garantirsi così la tanto agognata stabilità economica.
Questi sono i fondamentali del Sistema – un dogma – una pre/condizione venendo a mancare la quale, ogni possibilità di migliorare il nostro status ci è preclusa per sempre.

Il concetto di “merito”, che oggi si vuole sdoganare come parametro atto a selezionare la competenza, è l’ennesima impostura del Sistema Paese che, opportunamente, facilita il servilismo.
Una persona di buon senso, colta e intelligente, ancorata a solidi principi e valori, è vista dal Sistema Potere come elemento disturbatore, capace di destabilizzare le logiche perverse che, da tempo, regolamentano la società italiana.
E il tuo curriculum, mio caro giovane, che con orgoglio (viste le ottime e lodevoli esperienze professionali) ti appresti a sottoporre al giudizio dell’ennesimo filibustiere di turno, sappi che paradossalmente è quella indelebile macchia nera che farà carta straccia di ogni tua ambizione e speranza, al fine di entrare nel mondo del lavoro – Ma se diversamente, sei in grado di produrre una fedina penale all’altezza della situazione, dove i reati per corruzione, appropriazione indebita, peculato, riciclaggio, si alternano allegramente all’associazione mafiosa, fino alla rapina a mano armata, ti puoi considerare già assunto, e così partecipare al grande business confortato dalla protezione e dalla stima dei tuoi benemeriti padrini.

Se poi sei donna, giovane e attraente, hai tutte le porte aperte, ma non prima di avere soddisfatto i pruriti sessuali del tuo futuro datore di lavoro. A questo punto hai la strada spianata per intraprendere una carriera di tutto rispetto.
La nostra società è così marcia e corrotta in ogni sua cellula, che se per assurdo, si riuscisse ad imporre regole ferree e pene certe, lo stesso Sistema Socio Economico Finanziario imploderebbe in breve tempo. E’ questa la cruda, terribile e sconcertante realtà del nostro paese! E non c’è modo di contrastarla, né tanto meno di cambiarla.
Siamo le cavie di un Sistema che sa fare tutto, tranne ciò che serve veramente all’uomo – un Sistema cancerogeno che, da mezzo secolo, rastrella soldi ai cittadini in nome della ricerca, senza mai avere trovato uno solo dei rimedi, in grado di sconfiggere una sola di tutte le vergognose patologie che caratterizzano quest’epoca necrofila.

Solo quando questa inedita società moderna, mi dimostrerà di sapere produrre una sola cosa di tutto quell’infernale Luna Park tecnologico dell’orrore, che non danneggi l’ambiente, la qualità della vita, e sia priva di ogni controindicazione ed effetto collaterale, allora, e solo allora, ci sarà consentito parlare di progresso e di civiltà, nel loro più corretto significato etimologico.
Per tanto, mio caro e onesto giovane, che dopo tanti sacrifici e rinunce ti appresti a traghettare le tue capacità, eccellenze e competenze nel mondo del lavoro, sappi che questo percorso sarà disseminato di ostacoli, lungo e doloroso, perché in cambio di quel posto, dovrai sacrificare la tua dignità e il culo.
Potremo dunque educare i nostri figli nel migliore dei modi, e insegnare loro tutto il bene del mondo, ma quel giorno, la fuori, “questi banditi al governo del paese” faranno carta straccia di tutto il nostro lavoro, impegno e sacrificio.

Per tutti questi motivi (scriveva Corrado Alvaro),
“la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”.

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