giovedì 6 febbraio 2014

NAPOLITANO; UN CINICO INCONSAPEVOLE

Il cinico Candide del Colle

Candide-pictureVe lo confesso: invidio una persona come Napolitano che sa essere così inconsapevole delle proprie responsabilità da poter dire le stesse cose che ripete da tre anni e nello stesso tempo contestarne il senso. Un uomo la cui età gli consente di far coincidere il candore confuso con il più impudente stratagemma retorico. Così questo cinico Candide va in Europa a dire che ”non regge più la politica di austerità a ogni costo che è stata la risposta prevalente alla crisi in zona euro”. Come se in nome di quella stessa austerità non ci avesse inferto il governo Monti, le larghe intese, il fiscal compact e anche il pareggio di bilancio in Costituzione.

E come se, sempre in nome dell’austerità, non avesse distrutto il Pd costringendolo ad un innaturale connubio con il Cavaliere, non avesse favorito la nascita di leadership ambigue e determinato una deriva oligarchica del sistema italiano. Eppure che l’austerità fosse una scelta assurda, ma determinata dalla natura dell’euro e dagli egoismi nazionali, oltre che dagli interessi ideologici e politici del liberismo, era chiaro fin dall’inizio dei diktat. Ma dal momento che viviamo nella migliore delle Europe possibili, come sussurra Pangloss da Berlino, il presidente dice anche che occorre “una più forte coesione politica europea, una più determinata leadership dell’Ue, contro persistenti egoismi e meschinità nazionali, ristrettezze di vedute e calcoli di convenienza nelle classi dirigenti nazionali”.

Sono paradossolamente le stesse parole usate a suo tempo dal Colle per asserire proprio la politica dell’austerità, dimostrando come certe speranze si siano ridotte a retorica double face, valida per tutto e il contrario di tutto e assolutamente prive di strategie e proposte concrete. Certo tv e giornali focalizzano sull’austerità e sulla strumentale protesta leghista, ma la sostanza che si evince dalla gita dell’inquilino del Colle, è proprio quella di una mancanza di visione, dell’abbandonarsi al giorno per giorno, della fumosità mefitica della stabilità subalterna, della noncuranza nei confronti dei cittadini e della passività con cui si è in Europa. Tutte caratteristiche di un sistema politico di cui Napolitano è il perfetto rappresentante e regista.

Ma che le vecchie volpi impaurite da ciò che hanno fatto, con la vicinanza delle elezioni europee, comincino ad uscire dalle tane cieche e accennino a dare la caccia all’austerità per non pagare lo scotto dentro le urne e recitando due parti in commedia, è un campanello di allarme, la migliore dimostrazione di come questo tema, pur essenziale, non sia più in sé caratterizzante e da solo non può reggere una linea politica. Che invece deve indicare invece come, con quali cambiamenti e strumenti ci si può scrollare di dosso questo strumento della lotta di classe alla rovescia. Lo dico, anzi lo ripeto con noiosa insistenza alla sinistra, che nell’ansia di dimostrare la sua esistenza rischia di dimenticare le ragioni della stessa e finire dentro un anodino coro pre elettorale.


Di ilsimplicissimus
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