martedì 11 febbraio 2014

Il GOLPE del 2011 è ora ufficiale

Alan Friedman raccoglie alcune testimonianze essenziali, tra cui quella di Mario Monti stesso. Come un vero e proprio RE, Napolitano già da mesi prima, quando ancora non c'era nessuna crisi di governo, aveva in mente di rimpiazzare Berlusconi con Monti. Questa è forse l'inchiesta più grave venuta fuori su RE Giorgio, eppure nessun TG ha riportato la notizia... VIDEO


Sul Corriere di oggi un’anticipazione del libro di Alan Friedman“Ammazziamo il gattopardo” nella quale si “rivela” (le virgolette sono d’obbligo, visto che la notizia non è del tutto inedita) che Mario Monti era stato contattato da Giorgio Napolitano per sondare la sua disponibilità ad accettare l’incarico di presidente del Consiglio già nell’estate del 2011:

Una storia inedita? Non tanto. O meglio: dei contatti con Napolitano si era davvero soltanto sussurrato. Ma che Monti fosse in predicato di andare a Palazzo Chigi era chiaro. Per lo meno per chi legge il Corriere della Sera, visto che il quotidiano per tutta quell’estate aveva parlato, con diplomazia, della possibilità che Monti prendesse il posto di Berlusconi. Ad esempio leggete l’incipt di questo articolo a firma di Lorenzo Salvia, datato 28 agosto 2011:
Gli invitati stanno arrivando nella piccola piazza Magenta. Il presidente della giuria chiama sul palco Mario Monti: «In questi giorni abbiamo ricevuto tante telefonate. Lei sa, professore, che ci sono grandi aspettative sulla sua persona». L’ ex commissario europeo risponde con un sorriso interrogativo, chiede se per caso non si riferisca al sindaco, lì accanto con la fascia tricolore stirata di fresco, scherzando scende pure dal palco per qualche secondo. Poi torna su, applausi, si può cominciare. Quelle che qualcuno ha chiamato prove generali di governo tecnico vanno in scena qui a Capalbio (e dove sennò?) con un dibattito che, vicino a Monti, vede seduti Giuliano Amato, Emma Marcegaglia e il direttore generale della Banca d’ Italia Fabrizio Saccomanni.
Oppure questo di Maria Teresa Meli, del 21 settembre:
«È ovvio che non si può raggiungere il risultato se qualcuno del Pdl non convince Berlusconi a lasciare la mano. Dopodiché ci potrà essere un governo di centrodestra senza di lui, o un esecutivo di responsabilità nazionale con una larga maggioranza parlamentare», spiega Veltroni. La soluzione ideale per l’ ex segretario del Pd sarebbe la seconda. La pensa così anche Casini che si appella al centrodestra: «Donne e uomini di buona volontà evitate di aprire una pagina nera per l’ Italia: Berlusconi deve fare un passo indietro e, a quel punto, la via principale è quella di un governo politico di responsabilità nazionale, guidato da una personalità che sia sperimentata a livello europeo e internazionale». Un identikit in cui molti parlamentari hanno riconosciuto Mario Monti, e qualcuno Giuliano Amato. Ma secondo il più realista Veltroni «è inevitabile che a presiederlo sia una persona di centrodestra, in modo che Berlusconi non tenti di buttare tutto all’ aria».
E infine (ma la lista sarebbe molto più lunga) c’è questo trafiletto del 9 agosto 2011:
Nel fare il punto sulla crisi economica italiana e internazionale, l’ ex commissario europeo ha poi aggiunto: «A me come cittadino piacciono i governi politici, governi che abbiano la caratteristica della leadership e non della followership, che guidino i cittadini nelle scelte anche difficili da fare. Ci vogliono politici collaudati per fare questo». Alla domanda se risponderebbe di sì ad una chiamata in caso di emergenza per l’ economia italiana, Monti ha replicato deciso: «L’ emergenza spero venga presto superata, di chiamata spero proprio che non ci sia bisogno. Se avessi sentito imperativa dentro di me la vocazione di far parte di governi, avrei risposto di sì alla richiesta del centrosinistra, della Lega e del presidente Scalfaro dopo il ribaltone di fine ‘ 94 di guidare un nuovo governo. Ma risposi che sarei stato disponibile solo se anche il centrodestra di Berlusconi avesse dato il suo appoggio. Allo stesso modo ho rifiutato l’ offerta dello stesso Berlusconi di fare il ministro degli Esteri nel 2001 e di sostituire Tremonti all’ economia nel 2004».
Insomma, che l’ipotesi Monti fosse sul tavolo dall’estate 2011 non sembra proprio una clamorosa rivelazione di Alan Friedman. Per conoscerla in tempo reale bastava leggere i giornali.
http://www.giornalettismo.com/archives/1348839/il-libro-di-alan-friedman-e-il-complotto-di-monti/
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