martedì 24 luglio 2012

RIDURRE IL DEBITO NON E' LA SOLUZIONE


Occorre una valuta fiat per sostenere la piena occupazione. E una valuta fiat, come il dollaro USA e l’Euro, include la certezza di debito e tasse. La tassazione è necessaria per permettere al governo di spendere la propria valuta, altrimenti priva di valore. E il “debito” – spesa di una certa entità superiore al reddito prodotto – è necessario per compensare il desiderio di ogni soggetto di spendere meno del proprio reddito. Questi “desideri di non spendere” sono riconoscibili come “cadute della domanda aggregata”. Ciò significa che in condizioni di pieno impiego o il settore privato, o il governo, spenderanno  di più del proprio reddito per compensare i cali di domanda.
La spesa del settore privato è operativamente vincolata alle entrate. E’ limitata dal reddito e dalla capacità di ottenere credito. La spesa del settore pubblico in una valuta che esso stesso emette non è vincolata alle entrate. Il settore privato, utilizzatore della valuta, deve ottenere i fondi prima di poter spendere. Il settore pubblico, emittente della propria valuta, deve da principio spendere o concedere prestiti, prima di poter “raccogliere” le tasse e/o indebitarsi.
Il settore privato è necessariamente pro-ciclico. In fase di flessione, il settore privato perde la capacità di ottenere credito (il “merito creditizio, ndt) e dunque viene limitato nella sua capacità di spendere più del proprio reddito . Il che lascia il solo settore pubblico in condizioni di spendere più del proprio reddito per colmare ogni residuale lacuna produttiva e sostenere il pieno impiego.
Coloro che proclamano che il problema nell’economia è il “troppo debito” – di settore privato e pubblico – stanno sbagliando totalmente bersaglio. Il che include ogni membro del Congresso, il Presidente Obama e il candidato Romney. Coloro che ora premono per una riduzione del deficit federale stanno, ancora una volta, sbagliando completamente bersaglio. Non esiste un problema di solvibilità federale, di breve o lungo periodo, con deficit di qualsiasi entità.
Ciò che potrebbe accadere è un problema inflattivo, sul lungo periodo. Ad ogni modo, io non ho visto credibili previsioni di inflazione sostanziale nel lungo termine, includendo la FED, l’Ufficio di Previsioni di budget del Congresso e le previsioni delle più rilevanti istituzioni finanziarie, così come i tassi d’inflazione inclusi nei Treasuries USA indicizzati.
L’anno scorso il grido di battaglia da ogni versante relativo al tetto del debito era che una immediata riduzione del deficit fosse imperativa, per tenerci lontani (dal pericolo di, ndt) diventare come la prossima Grecia. La differenza, come ora comunemente riconosciuto, è che il governo USA è l’emittente del dollaro USA, mentre la Grecia è solo utilizzatrice dell’Euro.
Così mi pare che in questo sistema economico la riduzione del deficit federale non dovrebbe essere sul tavolo delle ipotesi, e l’onere della prova di un rilevante rischio inflazionario nel lungo periodo dovrebbe ricadere su coloro che vogliono riportare in discussione sul tavolo delle ipotesi  il problema del deficit.